Sale sul tetto dell’Auchan, salvato da due donne
MESTRE. Quattro infiniti minuti con la vita di un ragazzo di 25 anni, trattenuta nel vuoto, dalla forza della disperazione di due donne. Un ragazzo in difficoltà che, per scappare dall’ospedale dell’Angelo, è salito sul tetto dell’Auchan ma per fortuna ha incontrato sulla sua strada prima Tatiana De Rossi e poi Cristina Bottacin. La prima impiegata della Corte d’Appello, la seconda dipendente del McDonald’s di via Don Tosatto. Due angeli.
Tatiana ieri pomeriggio verso le 17 si sta recando all’ospedale dell’Angelo per far visita ad un congiunto. Sta affrontando la rotatoria di via Caravaggio quando si accorge di un ragazzo che, in pigiama e a piedi nudi, è fermo proprio al centro della rotatoria.
Intuisce che è in difficoltà. Prosegue con l’auto, parcheggia e quindi torna a piedi verso la rotonda. Chiama il ragazzo, lo vuole aiutare. Lui non risponde ma inizia ad allontanarsi verso l’area commerciale. Lei lo segue. Lui aumenta il passo e lei dietro. Lo chiama, lo invita a fermarsi e lui, invece di farlo, si mette a correre. Lei non si perde d’animo. Anzi. Si mette a correre anche lei.
A quel punto il ragazzo apre la porta delle scale che portano sul tetto dell’Auchan. La situazione sta per precipitare. In quel momento dal McDonald’s esce Cristina, sente le grida di Tatiana e capisce cosa sta succedendo. Tatiana le chiede di aiutarla e seguono sul tetto dell’Auchan il ragazzo in pigiama. Lui non ha certo voglia di fermarsi. Tatiana chiama il 113.
Mentre l’agente della centrale inizia a farle le domande di rito per capire la situazione il ragazzo scavalca il parapetto del tetto. Cristina con ci pensa un attimo a gettarsi su di lui con tutto il peso del corpo. Anche Tatiana afferra come può il giovane. Lo tengono bloccato per quattro infiniti minuti. Un’eternità. Lui è un ragazzo robusto, ma per fortuna non è violento e non reagisce. Finalmente arrivano ad aiutare le due donne i vigilantes dell’Auchan e poi la polizia. Assistito dai sanitari del Suem il ragazzo è stato riportato all’Angelo da dove era uscito.
Per le due donne la consapevolezza di avere avuto tra le mani la vita di un ragazzo e di avere trovato, per salvarla, una forza che non pensavano avere. Tatiana ha fatto dell’altruismo uno stile di vita. È donatrice di sangue e di midollo osseo. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia