Sale slot, primi controlli e multe «Ecco perché io le tengo accese»
Il dibattito è aperto ma mentre si discute sull’opportunità dell’ordinanza e alcuni titolari di slot o vlt non rispettano - per scelta - le regole sui nuovi orari, sono iniziati i controlli dei vigili urbani.
Lunedì sera, ad esempio. Alcune pattuglie della Polizia municipale insieme a personale della Società italiana degli autori ed editori (Siae), hanno svolto un servizio di controllo di varie attività della terraferma per verificare il rispetto della normativa in materia di diritto d'autore e l'applicazione dell'ordinanza del sindaco che regola gli orari di apertura degli esercizi di gioco lecito nelle sale gioco, nelle sale scommesse, nei bari e nelle tabaccherie. Un’ordinanza che permette ai gestori di tenere accese le “macchinette” solo nelle fasce orarie 9-13 e 15-19. I vigili urbani hanno controllato 7 sale Vlt, un circolo privato e tre bar. Dalle verifiche fatte è risultato che in 3 sale Vlt su 7 e in tutti i pubblici esercizi controllati l'ordinanza è stata rispettata, mentre nelle altre 4 sale Vlt le slot e gli altri giochi erano tranquillamente accesi. I trasgressori dovranno quindi pagare la sanzione prevista di 350 euro. In un caso sono state rilevate anche violazioni delle norme sulla prevenzione incendi e sulla ludopatia, per cui saranno emesse le relative sanzioni. Già ieri la Nuova aveva raccontato come, nonostante l’entrata in vigore dell’ordinanza, fossero in molti a non rispettarla, permettendo agli appassionati di giocare anche negli orari in cui sarebbe vietato.
«Noi abbiamo cercato di avvisare tutti i nostri associati e i nostri clienti dell’entrata in vigore dell’ordinanza, poi spetta ai singoli gestori decidere di applicarla», spiegava lunedì Mauro Vettorello, responsabile regionale del Sapar (Servizi pubbliche attrazioni creative). E infatti c’è chi l’ordinanza non la rispetta proprio per protesta, e non ha timori a metterci la faccia e a spiegare le sue ragioni, condivise anche da molti colleghi. Spiega Daniele Favaretto, titolare della tabaccheria Favaretto in Fondamenta Santa Chiara a Venezia. «Ho delle macchinette e le tengo accese anche negli orari in cui non potrei. Perché? Per protesta». E il tabaccaio spiega perché: «L’ordinanza è stata firmata dal sindaco e il sindaco è a capo del Comune che è titolare anche del Casinò. Perché allora l’ordinanza di chiusura delle slot e delle video-lottery non riguarda anche il casinò? Se il Comune volesse davvero combattere la ludopatia spegnerebbe le macchinette anche nel suo casinò e invece non lo fa». Quel che pensano molti tabaccai e baristi è che alla base della decisione di spegnere per alcune ore le slot - a Venezia come in altre città - ci sia piuttosto l’intenzione delle amministrazioni locali di fare pressione sul governo affinché i soldi incassati con le tasse di questi giochi vengano in parte re-distribuiti dai territori dai quali provengono. Ipotesi che però viene respinta al mittente dal Comune che è arrivato alla scelta di individuare le fasce orarie dopo un percorso fatto con la prefettura e le Asl, e la stesura di alcune linee guida per combattere la ludopatia.
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