«Sale slot, è un problema di sicurezza»
«Il problema della dipendenza da gioco va affrontato facendo prevenzione e mettendo in atto delle campagne informative mirate, le limitazioni in ordine ad aperture, orari, collocazioni delle slot, sono una richiesta che proviene dalla cittadinanza. Le misure che adottiamo come amministratori locali non vogliono essere repressive, ma rispondono ad una reale e motivata richiesta dei cittadini di avere maggiore sicurezza perché le sale scommesse spesso diventano ritrovo per chi vive di espedienti». L'assessore alla Sicurezza, Giorgio d'Este, è intervenuto al convegno “Gioco legale: parliamone a carte scoperte. Approfondimento sul gioco a 360”, che si è svolto ieri mattina al Novotel, organizzato dall'associazione nazionale Sapar, il maggior organismo di rappresentanza dei gestori, produttori e distributori di apparecchi per il gioco lecito da intrattenimento.
Un incontro che ha affrontato un tema complesso di cui le slot sono solo la punta dell'iceberg, al quale sono intervenuti, tra gli altri, l'assessore regionale ai Servizi sociali, Manuela Lanzarin, il presidente della Commissione bilancio del Comune di Treviso, Sossio Vitale, il colonnello della Guardia di Finanza di Venezia, Gianluca De Benedictis, il presidente Sapar, Raffaele Curcio, lo psichiatra, Paolo Crepet, il giornalista Nicola Porro che ha moderato il dibattito.
Un settore in cui aumenta esponenzialmente ogni giorno il segmento dell'online, che coinvolge fasce deboli, come anziani e minori. L'assessore D'Este ha messo a fuoco gli effetti e le conseguenze, ossia quello che la gente teme e che l'amministrazione vuole arginare: che all'insicurezza si aggiungano delinquenza, disagi, altre dipendenze. «È previsto un incontro con il Prefetto», spiega, «si sta cercando di affrontare al meglio un tema che apre un panorama complicato e con caratteristiche diversificate. Il tema della ludopatia e dell'industria, ma anche la scarsità di normative in ambito internazionale incapaci di regolamentare aspetti importanti di questo ambito, come l'online. Non è tanto l'apparecchiatura in sé, ma il fatto che in un territorio che versa in una condizione delicata, quest'ultima è propedeutica a fattori delinquenziali e aumenta nella fattispecie quando abbiamo chi vive di espedienti ed è dedito al gioco. Non è colpa del gestore dell'esercizio, ma dove si registra il fenomeno accade che poi si alimenti un problema di natura sociale».
D'Este è stato sollecitato da Mauro Vettorello, rappresentante regionale del Sapar, il quale ha ricordato che nel comune esiste solo un provvedimento del Commissario e che la categoria attende un confronto. «Promettiamo di interessarci alla materia, coinvolgendo tutti e indentificando soluzioni e strumenti per ridurre fenomeni di carattere sociale. Dobbiamo e daremo riposte, analizzeremo il problema e non mancheremo di interpellare varie realtà associative, per avere parametri adeguati in ordine all'attività di contrasto».
Al convegno è stata messa in luce la mancanza di dati completi sul fenomeno, che rende difficile un'analisi precisa. Il presidente del Sapar, Curcio, ha sottolineato come oggi non ci sia alcuno studio accreditato sulle dipendenze da gioco e ci sia invece troppa generalizzazione sul tema. Ma ha anche ricordato che esistono 5 mila aziende regolari in Italia con 150mila addetti diretti. Non solo. «Oggi nessun Comune ha verificato se le restrizioni messe in campo hanno avuto effetto, mentre i centri storici vengono svuotati di apparecchi e le periferie diventano ghetti». «Quanta parte in questo modo», domanda, «è passata all'illegalità?». Tra le tematiche quella del gioco online, che non ha limiti e non è controllato. In merito ai numeri della dipendenza da gioco, si è espresso Crepet: «Di questioni scientifiche non si può fare dilettantismo da strapazzo. Se mi dicono che c'è un'emergenza, mi devono dare delle cifre». Lo psichiatra si è soffermato invece su anziani e minori, che vengono inghiottiti dal gioco online.
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