Salasso sulla Tia, aziende in rivolta

Vigonovo. Artigiani contro l’amministrazione. Il sindaco: «Si paga in base alla superficie della ditta»
Di Patrizia Rossetti

VIGONOVO. Alta tensione tra gli imprenditori di Vigonovo e l’amministrazione comunale: a dividerli la Tariffa di igiene ambientale. Dopo aver pagato per anni buona parte dell’asporto a ditte private, ora le aziende si ritrovano con cartelle della Tia a cinque cifre, compreso il ricalcolo degli arretrati fino al 2008. Ma il sindaco, il leghista Damiano Zecchinato, respinge le accuse con un caustico «Ve la siete cercata».

Tutto comincia nel 1997, quando il Comune di Vigonovo comunica alle circa 240 aziende del suo territorio di non riuscire a garantire l’asporto dei rifiuti “assimilati”, autorizzando quindi il ricorso a servizi esterni. Gli imprenditori si adeguano, continuando comunque a pagare al Comune ogni anno somme definite «modeste».

Passano gli anni e cambiano le leggi e i regolamenti in materia di asporto rifiuti, ma per le aziende locali tutto continua come prima. Nel febbraio 2013 la sorpresa: Veritas, società alla quale nel frattempo il Comune ha deciso di appoggiarsi, prima rimisura le superfici di tutte le aziende, poi spedisce cartelle con il ricalcolo della Tia fino al 2008 (per gli anni precedenti tutto è già andato in prescrizione).

Le “batoste” sono serie: chi si ritrova con bollette da 10mila euro, chi da 13mila, chi addirittura da 30mila euro. Gli imprenditori scendono sul piede di guerra, contestando all’amministrazione di aver sempre pagato, ma alle aziende private, senza essere stati informati che le normative, nel frattempo, erano cambiate. «Sono passato dal pagare 4-5mila euro di media ogni anno a 16mila euro di Tia» dice Romeo Cassandro, titolare del colorificio Red Color «Per riuscire a pagare gli stipendi ai miei 12 dipendenti, le tasse e i fornitori, sto lavorando a guadagno zero». «Fino al 2012 pagavo 2.500 euro all’anno, adesso dovrei sborsarne 13mila» aggiunge Armando Caco, terzista di abbigliamento «È vergognoso: il Comune non ci ha avvisato di nulla, i nostri commercialisti non possono conoscere le normative locali».

«Tra settembre e ottobre 2012 alcuni imprenditori hanno cominciato ad assillare l’ufficio tributi, raccogliendo anche delle firme, perché a loro dire pagavano troppo per l’asporto rifiuti» risponde Damiano Zecchinato «Ad un certo punto mi sono stancato e ho chiesto a Veritas di compiere una rimisurazione delle superfici delle aziende, per controllare se ci fossero davvero sperequazioni. Risultato, nell’85% circa dei casi le superfici non corrispondevano a quanto dichiarato. Inoltre non è compito del Comune informare azienda per azienda delle nuove norme: ci sono i commercialisti per questo. In linea di massima arriveremo a diluire il pagamento finale in 5 anni, con una transazione per adesione: ma è ora che gli imprenditori si prendano le loro responsabilità».

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