Sala scommesse alla Cita ma il quartiere si ribella

Marghera, il nuovo centro sarà aperto in via Longhena dove c’era una palestra I residenti sono infuriati, il Comune non ha ancora approvato il regolamento
Di Francesco Furlan ; di Francesco Furlan

MARGHERA. Una nuova sala scommesse e slot in via Longhena, nel cuore della Cita, di fronte alla farmacia, dove fino a qualche mese fa c’era una palestra. La voce circola da alcune settimane tra i residenti del quartiere: le conferme sono arrivate nei giorni scorsi, quando sono iniziati i lavori.

Si tratta dell’ennesima sala scommesse in città, in un quartiere delicato come quello della Cita. Non a caso i residenti, avuta la conferma del nuovo “vicino di casa” hanno deciso di mobilitarsi con una petizione per cercare di impedire l’apertura della sala o di limitarne gli orari, così come è stato fatto a Verona con un’ordinanza del sindaco Flavio Tosi che prevede per le sale giochi autorizzate l’apertura dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 22 per un totale massimo di 8 ore. La legittima preoccupazione dei residenti è stata portata all’attenzione dell’amministrazione comunale - dell’assessore Simone Venturini, che abita proprio a Marghera - ma l’obiettivo di chi abita nel quartiere è coinvolgere anche la Municipalità di cui è presidente Gianfranco Bettin, sensibile all’argomento e già intervenuto più volte contro il proliferare delle sale scommesse e delle sale slot in città. Anche la prefettura inoltre si sta muovendo per cercare di arrivare ad un regolamento, che determini dove insediare le sale, da condividere con i 44 comuni della città metropolitana di Venezia. Il Comune uno strumento lo avrebbe, si chiama regolamento edilizio. Ma la discussione si è incagliata in commissione consiliare. E nel frattempo le sale continuano a spuntare come funghi. L’articolo 31 del regolamento pone dei vincoli molto stringenti per le nuove aperture. Due su tutti: è vietata l'apertura di sale in locali che si trovino a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto o impianti sportivi, patronati i oratori. È vietata l’apertura in edifici a uso residenziale o parzialmente residenziale. La sala di via Longhena, ad esempio, si trova al piano terra di palazzo residenziale. Da parte loro i proprietari dell’immobile spiegano che per l’apertura della sala slot è stato fatto tutto a regola d’arte, che ci saranno delle telecamere a controllare i locali e l’ingresso e che l’apertura della sala non avrà ripercussioni per i residenti. Ma molti nel quartiere, consci di quanto accaduto in altre zone di Mestre, non si fidano.

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