Saipem, droni negli abissi per battere i concorrenti

MARGHERA. Per conoscere da vicino la tanto decantata innovazione industriale, quella vera fatta di tecnologie avanzate e persone che le inventato e applicano, bisogna percorrere la disastrata via Delle Industrie, piena di buche, cedimenti dell’asfalto, rifiuti, auto e camion parcheggiati ovunque, circondati dagli scheletri degli ex depositi degli Azotati e da fatiscenti edifici di fabbriche chiuse in attesa di essere smantellate e bonificate.
In Via delle Industrie, al numero 28 - di fronte al Parco tecnologico e scientifico Vega - si torva la sede di Saipem spa, una delle società leader nel mondo nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione, riparazione e manutenzione di condotte e grandi impianti nel settore “oil&gas” che lavorano a grandi profondità (fino a 3 mila metri) sotto i mari. Dopo il recente aumento di capitale da 3,5 miliardi e il ridimensionamento della quota azionaria di Eni, con l’entrata di Cassa Depositi e Prestititi che garantisce il 30 % del pacchetto azionario al controllo pubblico, Saipem ha ora ha un nuovo logo, un management autonomo e un fatturato da 10 miliardi di euro che la pone tra i colossi mondiali delle piattaforme che pompano gas o petrolio dal fondo del mare e che realizzano l’immensa rete di condotte sottomarine che trasportano il gas dal giacimento al consumatore. Per far conoscere meglio il suo grande patrimonio professionale e industriale, Saipem ha aperto ieri i portoni della sua sede veneziana di Marghera - dove sono occupate circa 150 persone, in prevalenza ingegneri, molti dei quali residenti a Venezia - per l’Innovation and Technology Day per presentare progetti e tecnologie all’avanguardia per i servizi dell’oil&gas.
«Se si imbocca la strada dell’innovazione bisogna sempre guardare avanti e continuare a puntare su nuovi e convenienti prodotti per battere i concorrenti», ha spiegato l’ingegnere veneziano Massimo Fontolan. «Se si rompe un pezzo di condotta sottomarina da qualche parte del pianeta, per esempio, noi dobbiamo essere in grado di intervenire immediatamente con i nostri mezzi e uomini; come pure dobbiamo offrire servizi più efficienti e meno costosi per la posa e manutenzione delle piattaforme offshore, badando alla sicurezza e alla conservazione dell’ambiente naturale». «L’innovazione è un processo continuo che ci impegna 24 ore su 24 e al massimo livello», aggiunge l’ingegnere Paolo Bonel, anche lui veneziano. «Qui a Marghera Saipem conta su un nucelo di innovazione che progetta, sperimenta e produce in proprio o in filiera con altra società, spesso venete, macchinari capaci di operare a 400 Bar di pressione e softwere sempre più avanzati». È il caso del programma “Innovator rov”, avviato nel 2000, che produce su scala industriale i robot sottomarini comandati a distanza, disegnati e prodotti da Saipem e in grado di operare su cavi ombelicali di notevole lunghezza.
Ma visto che ad un’innovazione tecnologica ne può seguire solo un’altra, ancora più evoluta, Saipem ha messo a punto un modello di Hydrone, un nuovo ibrido (un drone sottomarino) progettato per l’ispezione e la manutenzione dei campi sottomarini, comandato a distanza con wifi e conettori subacquei e manovrabile attraverso una piattaforma modulare estensibile che può lavorare negli abissi senza bisogno di una nave appoggio e personale in superficie.
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