Sagre tradizionali, servirà il permesso. Crovato: «A rischio gli ultimi superstiti»
Venezia, il dibattito in commissione. Per il consigliere fucsia le «troppe carte bollate» faranno morire le ultime feste
VENEZIA. Addio alle cene in calle, alle tavolate nei campi, alle feste all’ultimo minuto, portandosi la sedia da casa, la bottiglia di bianco, e chi c’è c’è. Il nuovo Regolamento di polizia e sicurezza urbana disciplina tutto e tutti, dai banchetti per la raccolta firme alle sagre, dai gazebo per distribuire materiale informativo alle panche dove tirar tardi, nelle sere d’estate, tra amici.
Le nuove norme, che saranno portate in Consiglio comunale a fine settembre, dettate soprattutto dalla necessità di mettere ordine nel profluvio di banchi e banchetti dalle finalità ambigue, con truffe ai danni dei cittadini o richiesta di denaro, rischiano di mettere in difficoltà anche le manifestazioni più genuine, che a loro volta dovranno chiedere l’autorizzazione con dieci giorni di anticipo, presentare una planimetria dell’occupazione del suolo pubblico e, nel caso in cui la superficie superi i dieci metri quadrati, come vuole la Legge Minniti, avere un piano di sicurezza firmato da un ingegnere.
Non tutti hanno gradito. Ieri mattina in II Commissione, dove il comandante della Polizia municipale Marco Agostini ha chiarito alcuni articoli del Regolamento proprio in tema di occupazione di suolo pubblico, il fucsia Maurizio Crovato ha stigmatizzato la rigidità di alcuni articoli.
«Non è possibile che per organizzare qualsiasi cosa sia necessario presentare le carte bollate» spiega Crovato «si dovrebbe fare una distinzione tra manifestazioni sindacali o politiche, e quelle legate alle tradizioni, come “Biri Biri”, “Settemari”, o “Scugeri e Pironi”. Usando il buon senso, bisognerà fare qualche deroga, altrimenti è a rischio quel poco di spontaneità che ancora sopravvive in queste feste tra superstiti». Nei giorni scorsi, Agostini aveva illustrato la necessità di intervenire «per contrastare chi occupa sistematicamente e ripetutamente il suolo pubblico, come pseudo associazioni di vario genere, con regole pensate per tutte quelle situazioni borderline, a volte molto pesanti, casi molesti di aggregazioni che non si capisce cosa facciano, come ad esempio i “lautari” che chiedono prima la firma e poi soldi contro la droga».
«Bisognerà trovare un gentlemen agreement» dice ancora Agostini «tra chi le occupazioni di un certo tipo e i banchetti che raccolgono fondi, ad esempio, per la ricerca contro il cancro. Un minimo di autorizzazione, comunque, ci vuole per tutti, anche per non avere contemporaneamente due eventi nello stesso luogo».
Tra le associazioni, tuttavia, c’è qualche malumore. «È evidente che con regole troppo restrittive è la vita del tessuto della città ad essere intaccata» dice il presidente della Municipalità Giovanni Andrea Martini, tra i promotori della seguitissima “Scugeri e Pironi” «Se vogliamo che queste città continui a esistere dobbiamo farla vivere anche secondo le sue tradizioni».
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