Sacco viola recuperato alle chiuse del Brenta: dentro una giacca che potrebbe essere di Isabella

STRA. Un sacco viola avvistato proprio nel tratto del Brenta tra Noventa, Stra e Vigonovo dove si sta cercando il corpo di Isabella Noventa, la 55enne segretaria uccisa e gettata nel fiume, ha fatto scattare l'allarme delle forze dell'ordine poco prima delle 13.
Il grosso involucro, all'interno del quale avrebbe potuto esserci il corpo senza vita di Isabella Noventa, è stato notato sull'argine vicino alle chiuse di Stra da un passante, che ha subito allertato le forze dell'ordine.
Sul posto, dove in giornata non erano previste altre ricerche per il lutto della polizia dopo la morte di uno dei sub impegnati nelle ricerche, si sono immediatamente portati i sommozzatori, che si sono avventurati tra le pietre emergenti dall'acqua per recuperare il sacco.
Riportato a riva l'involucro, gli investivatori hanno iniziato ad esaminarlo, trovando all'interno una giacca imbottita della Colmar di cui, al momento, non si conosce la provenienza.
L'indumento ora sarà trasferito in laboratorio per gli accertamenti: non è escluso che possa essere appartenuto alla vittima.
Le ricerche erano state interrotte per lutto, dopo la tragedia del sub risucchiato dalla chiuse. Inoltre c’è il fatto che Freddy Sorgato, nelle indicazioni che ha dato su dove avrebbe buttato in acqua Isabella, viene considerato poco credibile. L'uomo ha indicato un’area troppo vasta, superiore al chilometro. È credibile, visto che poco distante la sua famiglia aveva un casone di campagna?
È più facile pensare che Freddy conosca come le sue tasche quella zona e che sappia esattamente il cespuglio in corrispondenza del quale ha gettato il sacchetto. Che lui ha confermato a verbale di aver zavorrato. Era rimbalzata la voce che Sorgato poteva tornare sull’argine per indicare meglio la posizione, ma dalla procura non arrivano conferme. Anzi. Perchè riportarlo a fare una inutile passeggiata?
La speranza è che all’uomo, in cella con un’accusa pesantissima, torni la memoria. Quanto alla disgrazia che ha colpito il sub c’è mezza Italia in lutto per una morte assurda, che ha colpito un soccorritore che stava cercando il corpo di una donna assassinata. Restare immersi nelle acque di un fiume come il Brenta, con le acque torbide e la forte corrente è difficile e dispendioso in termini di energie.
Si perde l’orientamento, non si vede oltre il proprio naso e proprio per questo si resta agganciati ad una corda, con un’altra persona che segue dall’alto gli spostamenti. Ma purtroppo qualcosa a volte può non funzionare. Anche se tutto è stato preparato nei minimo dettagli. Nonostante i sub siano preparati ed esperti.
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