Sacchetti dei rifiuti con melma puzzolente vicino a San Marco
VENEZIA. Sembrano normali sacchetti dei rifiuti, ma sono pieni di melma di fogna: grassa come lo è quella degli scarichi di ristoranti, pizzerie, locali etnici. Li hanno trovati l’altra mattina i netturbini in servizio nell’area marciana, proprio dietro alla piazzetta dei Leoncini, in una calle che si apre su piazza San Marco: sono andati per tirarli su come normale immondizia e, invece, si sono ritrovati tra le mani pesantissimi sacchi che spandevano liquami puzzolenti e oleosi. E hanno dovuto lasciarli a terra: vanno raccolti da imprese specializzate.
E quel che è grave - denuncia Veritas - è che non è la prima volta che questo accade. Non si tratta di un atto civile isolato, anzi.
«Negli ultimi mesi è già successo una ventina di volte di ritrovare sacchi contenenti fogna, abbandonati dai titolari di qualche locale che non rispetta la legge», commenta Riccardo Seccarello dall’Ufficio relazioni pubbliche di Veritas, «sino a pochi mesi fa capitava si e no due volte all’anno. Il problema è che noi non possiamo trattare questi rifiuti, che vanno raccolti e smaltiti dalle imprese specializzate nell’espurgo delle acque nere. Per questo siamo costretti a non raccogliere questi rifiuti e a chiamare le imprese, mandando poi il conto al Comune di Venezia».
Un problema di civiltà ed ambientale, trattandosi di rifiuti che devono essere smaltiti in impianti appositi e che - abbandonati per strada da chi non vuol spendere qualche centinaio di euro per la pulizia delle fosse - rischiano di lordare calli, campi, mettendo a rischio il passaggio delle persone. Il tutto poi accade a ridosso di piazza San Marco, senza che nessuno veda a chi appartengono le mani di chi abbandona melma di fogna. La segnalazione arriverà ai vigili che visioneranno i video delle telecamere di sorveglianza in zona, per cercare di risalire agli autori dell’abbandono. Tant’è, gli episodi si susseguono.
D’altra parte - come testimonia l’altra foto che pubblichiamo, scattata a Sant’Anna - c’è chi cambia l’arredo di casa, lasciandolo per giorni in un giardino, finché Veritas non passa a prenderlo.
Nel 2015 - ma i numeri non sono cambiati di molto, spiegano in azienda - nella sola città storica erano state censite 35 discariche abusive, luoghi dove ripetutamente mani “invisibili” depositano elettrodomestici da gettare, divani, mobili, ma anche batterie da barca, contenitori di olio. Fondamenta della Tana a San Pietro di Castello, dalle rive della Giudecca in ogni dove a Santa Giustina, a San Basilio. Raccogliere i rifiuti di chi non ha la pazienza di tenerli a casa fino a quando Veritas non passa a prenderli - il servizio raccolta ingombranti è gratuito, ma bisogna attendere un paio di settimane - costa a tutti circa un milione e mezzo di euro l’anno. Ora si aggiunge questa nuova, cattiva abitudine, ancor più pericolosa, perché non si tratta solo di impatto visivo, ma di inquinamento vero e proprio: quello dell’abbandono di sacchi di fogna ad opera di (taluni) esercenti improvvisati che non rispettano la legge.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia