Sacca Fisola, occupata l’ennesima casa

L’Assemblea sociale ha ripulito un altro appartamento: «L’ex inquilino era un tossicodipendente»

VENEZIA. Ieri mattina i membri dell’Assemblea Sociale per la Casa (ASC) hanno occupato un altro appartamento della Giudecca, al secondo piano di un edificio di Sacca Fisola. Si tratta della ventinovesima casa occupata negli ultimi tre mesi.

La prassi è sempre la medesima: si viene a sapere di case dell’Ater abbandonate da anni che versano in uno stato di degrado più o meno grave. Dopo essere entrato, rigorosamente con le tute bianche per motivi di igiene, il gruppo inizia a pulire l’abitazione per poi darla a una famiglia, per la maggior parte con figli, che è in situazione di emergenza abitativa. In questo caso si tratta di una giovane coppia con un figlio piccolo che, dopo anni di richiesta di un’abitazione, si è ritrovata in forte emergenza abitativa. Fino a ieri la coppia abitava infatti nella casa dei genitori di lei, insieme alla sorella. I due hanno un lavoro, sebbene precario. «L’ultima casa che abbiamo occupato – ha detto Nicola Ussardi, portavoce dell’ASC – era in uno stato di indecenza tale da avere ancora il gas aperto, ma quella di ieri ha superato l’immaginazione». Oltre al cumulo di vestiti e al cibo ammuffito, nella credenza in cucina sono stati trovati un laccio emostatico e molte siringhe. L’ex inquilino era un tossicodipendente, sfrattato cinque anni fa. La situazione in cui viveva doveva essere di estremo disagio dato che la casa era piena di candele in ogni stanza, segno che forse gli avevano staccato l’energia elettrica. «La casa era stata chiusa con il cancelletto – prosegue – quindi significa che si sapeva che cosa c’era all’interno». Secondo la norma per un periodo la casa deve rimanere a disposizione dei parenti che sono invitati a prendere gli effetti dell’inquilino che ci abitava, ma nel corso degli anni i vicini avevano chiamato l’Ater per segnalare perdite di acqua che hanno provocato chiazze all’inquilino del piano sotto. (v.m.)

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