Sacaim, spionaggio con 6 microspie
Il pm Gava avvia l'inchiesta, grande sconcerto nell'azienda veneziana

La sede della Sacaim dove sono state scoperte le microspie
Erano ben sei le microspie che erano state nascoste negli uffici di via Righi, a Marghera, della «Sacaim spa». E c'era anche una ricetrasmittente: tutto materiale che già dalla scorsa settimana sono nelle mani dei carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria su disposizione del pubblico ministero Giorgio Gava, che conduce le indagini per stabilire chi le ha piazzate.
La prima ipotesi che è stata presa in considerazione è quella che potessero essere state piazzate dalle forze dell'ordine (poliziotti, carabinieri o finanzieri) per conto di una Procura, non necessariamente quella di Venezia, visto che la Sacaim ha vinto appalti e lavora in molte regioni italiane, non solo nel Veneto ma anche nelle città del Sud Italia e addirittura all'estero. Ma il loro numero e soprattutto il fatto che non fossero tecnologicamente avanzate ha fatto escludere che ad autorizzare l'ascolto di telefonate e colloqui all'interno degli uffici di una delle maggiori imprese edili venete fosse stato un pubblico ministero. Un'ipotesi che andava presa in considerazione anche perchè era già accaduto, anche se una decina di anni fa: c'era stata una Procura che aveva cercato di intercettare i dirigenti della Sacaim. In quell'occasione, comunque, le microspie erano state inserite negli uffici della ditta edile del centro storico, quelli di campo Sant'Angelo. Nei giorni scorsi, a scoprire per caso la prima cimice, era stato l'operaio chiamato per la manutenzione di un condizionatore d'aria. Non funzionava come doveva e i controlli hanno finito per far venire alla luce la prima microspia. A quel punto è iniziata la bonifica in tutto l'edificio e così sono state scoperte le altre cinque, tutte inserite dietro la mascherina di plastica delle prese di corrente di diversi uffici. Un lavoro sicuramente da professionisti, investigatori privati che sono penetrati nell'edificio - presumibilmente durante la notte - e le hanno piazzate, molto probabilmente a fini di spionaggio industriale, questa è l'ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti. Insomma, qualche concorrente che voleva sapere in modo illecito quali sarebbero state le mosse e le offerte della Sacaim per uno o più appalti e, vista la spesa sostenuta, di grandi dimensioni. I reati per i quali è stata avviata l'inchiesta giudiziaria sono quelli di interferenza illecita nella vita privata e violazione di domicilio. L'episodio inquietante ha convinto i proprietari dell'azienda veneziana, Pierluigi Alessandri e la figlia Domizia, a chiamare i carabinieri e a rivolgersi alla magistratura. Un dettagliato esposto, firmato dall'avvocato Fabio Niero, il legale che cura gli interessi dell'impresa, è stato consegnato alla Procura alla fine della settimana scorsa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video