Sacaim, oggi il Tribunale decide per l'amministrazione straordinaria

Alessandro Alessandri
Alessandro Alessandri
 
Udienza sulla Sacaim a porte chiuse per quasi due ore, ieri, dal giudice Rita Rigoni: c'erano gli avvocati dell'impresa edile veneziana e quelli delle banche creditrici. Tutti a bocca chiusa alla fine, ma il Tribunale già oggi dovrebbe dare il via libera all'amministrazione straordinaria dichiarando lo stato di insolvenza della società.
 Oggi, al termine della camera di consiglio, i tre giudici del Tribunale dovrebbero dare il via libera all'amministrazione straordinaria certificando che esistono le condizioni previste dalla legge per avviare la procedura. Lo faranno dichiarando lo stato di insolvenza dell'impresa edile e da subito le redini passeranno nelle mani dell'avvocato Marco Cappelletto indicato dal ministro dello Sviluppo economico come commissario straordinario.  Toccherà al legale veneziano, che già si è occupato nelle stesse vesti dell'amministrazione del gruppo chimico lombardo Snia-Caffaro, amministrare l'azienda per due anni, coadiuvato naturalmente dal presidente Pierluigi Alessandri e dire, alla fine di quei 24 mesi, se esistono le condizioni del risanamento e del rilancio o se, al contrario, si debba passare all'ipotesi alternativa di una cessione dell'attività. Nella peggiore delle ipotesi esiste una terza strada, quella della dichiarazione di fallimento, così come è accaduto alla linea aerea veneta «AlpiEagles» che è passata dall'amministrazione straordinaria al fallimento. L'avvocato Diego Manente e il commercialista Sante Casonato, che hanno presentato al Tribunale il piano per l'amministrazione straordinaria hanno puntato alla ristrutturazione aziendale e al risanamento in modo da «proteggere l'azienda dalla speculazione e dall'attacco dei concorrenti». La crisi esiste, e non solo per la Sacaim, tanto che lo scorso anno anche il suo fatturato è diminuito drasticamente, ma nel documento si sottolinea che attualmente l'impresa veneziana ha commesse in corso per 650 milioni di euro e 150 cantieri aperti in tutta Italia.  Ma sono in tanti a non pagare i lavori e dunque la Sacaim non avrebbe potuto onorare i suoi debiti soprattutto con le banche, ma non solo. A quel punto si sarebbe messa al riparo da qualsiasi azione con l'amministrazione straordinaria, che potrebbe comportare anche l'abbandono e la cessione di alcuni appalti.

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