Sabotato il sito web del Comune

Chioggia. L’attacco con scritte in arabo e la foto di un uomo incappucciato. Denuncia alla Polizia
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. Attacco hacker al sito istituzionale di Chioggia. Il sito del Comune, www.chioggia.org, è stato hackerato nella notte tra mercoledì e giovedì.

I primi ad accorgersene i dipendenti comunali che provando a collegarsi ieri mattina alla homepage si sono ritrovati una schermata non usuale, con la fotografia di un uomo incappucciato e alcune scritte in arabo. Contestualmente partiva un sottofondo musicale in stile ugualmente arabo. Immediata la segnalazione ai gestori del sistema informatico e al commissariato che ha attivato la polizia postale per le verifiche del caso. La notizia ha fatto velocemente il giro della città perché anche molti cittadini si sono accorti dell’attacco hacker. Il sito istituzionale è infatti molto utilizzato, non solo per avere le informazioni sulla vita amministrativa del Comune, ma anche per accedere alle ordinanze dell’albo pretorio, agli sportelli online e in questi giorni per scaricare i moduli per le iscrizioni agli asili nido comunali. Qualcuno all’inizio non capiva cosa stesse succedendo, mentre per gli internauti più avvezzi è stato subito chiaro che si trattava di un attacco hacker. La homepage dove di solito compaiono tutti i settori amministrativi, le notizie e gli eventi era di fatto sparita. Al suo posto una schermata del tutto inusuale con una grande foto centrale con un uomo incappucciato e sotto alcune scritte in arabo. Per chi aveva l’audio inserito partiva anche automaticamente un sottofondo, sempre in stile mediorientale. I più curiosi sono subito corsi su google translate per copiare le scritte e capire cosa significassero. Nessun riferimento religioso e nessun inno all’Islam, solo un accenno al boicottaggio con la frase “le nostre competenze si sono evolute”. «Appena ci siamo accorti del sito hackerato», spiega la segretaria generale del Comune, Marzia Dal Zilio, «abbiamo sporto denuncia al commissariato in modo che sia attivata la polizia postale per tutti gli accertamenti del caso. Stiamo collaborando con le forze dell’ordine per chiarire quanto prima cosa sia successo. L’unica certezza al momento è che nelle frasi in lingua araba non erano contenuti riferimenti particolari o di matrice religiosa».

La palla passa quindi alla polizia postale che negli ultimi anni sempre più spesso ha dovuto trattare casi di siti istituzionali presi d’assalto dagli hacker. È capitato anche a grossi comuni come Padova e Genova, ma anche a siti di scuole o di grosse aziende. A Chioggia, nel 2012, è stato sabotato il sito della Diocesi dove i pirati informatici hanno cambiato l’homepage inserendo una foto con un teschio e il numero 404. I danni, allora come oggi sul sito del Comune, sembrano limitati. «Appena ci siamo accorti», spiega la segretaria generale, «abbiamo fatto fare ai tecnici una copia di tutti i file. Peraltro la navigazione nelle pagine interne è stata possibile anche durante le prime ore della mattina, accedendo direttamente all’indirizzo delle pagine. L’unica pagina bloccata era la homepage. A mezzogiorno tutto è stato ripristinato e si poteva navigare normalmente anche passando per la homepage».

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