Sabotaggio, 150 famiglie senza gas

Manomesse due centraline della rete pubblica nell’area di Malcontenta: lavori fino a tarda sera, indaga la Digos

di Simone Bianchi

MALCONTENTA

Centocinquanta famiglie sono rimaste senza gas per gran parte della giornata di ieri dopo che ignoti hanno manomesso due centraline della rete pubblica nell’area di Malcontenta. Un’azione che ha visto poi impegnati ieri almeno trenta tra tecnici e responsabili di Italgas, che hanno lavorato fino a tarda serata per riallacciare tutte le abitazioni dovendo rispettare scrupolosamente l’iter di sicurezza previsto in questi casi. Sulla vicenda indaga ora la Digos, a seguito dell’esposto presentato dall’azienda già nella tarda mattinata, dal momento che parrebbe evidente la manomissione dei collettori delle due centraline. Era da poco passato mezzogiorno quando nelle prime abitazioni coinvolte a Malcontenta è mancato il gas. Fornelli la cui fiamma si è spenta e caldaie del riscaldamento o per l’acqua calda che hanno smesso di funzionare. Immediate sono arrivate a Italgas le chiamate di emergenza al numero verde, così come il sistema di rilevatori posto lungo la rete cittadina ha iniziato subito a segnalare una variazione della pressione. E’ così scattato l’allarme e il personale si è mosso per raggiungere un’area circoscritta alle vie Stazione, Lago di Garda e Verbano. In tutto centocinquanta famiglie distribuite tra condomini e case più piccole per le quali la giornata ha avuto un risvolto tutt’altro che piacevole. «Il primo passo è stato quello di verificare lo stato delle centraline – spiegano da Italgas – Parliamo di armadietti metallici cui si può accedere solo avendo delle chiavi speciali. Ebbene, questi armadietti non erano stati forzati, bensì aperti in altro modo». Da qui la chiamata alla questura e il successi-vo intervento degli uomini della Digos. «Il problema non è stato di poco conto – prosegue il portavoce dell’azienda distributrice di gas – Le squadre impegnate sul posto hanno dovuto chiudere i rubinetti di ogni singola abitazione coinvolta, quindi passare casa per casa. Successivamente è stato immesso il gas nella rete, e uno alla volta i rubinetti sono stati riaperti».

Operazione proseguita fino a tarda sera per il semplice fatto che lo prevede la normativa vigente. «Non potevamo rischiare che qualche abitazione fosse sprovvista di sistemi di sicurezza, come ad esempio ai fornelli, e magari correre il rischio di far uscire gas nelle case con tutti i pericoli susseguenti» aggiungono dall’azienda. Secondo Italgas si tratterebbe di un atto di sabotaggio portato a termine con la chiusura delle valvole delle due stazioni intermedie. Ma di sicuro la situazione è poco chiara, perché gli armadietti potrebbero essere stati aperti con chiavi originali, copie delle stesse oppure con attrezzi tali da non danneggiare gli apparati. Tutte ipotesi di un fatto che giunge in un periodo in cui Italgas ha fatto i conti con numerosi casi legati a fughe di gas sia a Mestre che a Venezia, tra allarmi e anche un episodio, quello di via Grassi, in cui è esploso un appartamento e la 62enne che lo occupava si trova ancora in ospedale a Padova per le gravi ustioni riportate nell’incidente.

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