Sabbadin: «Battisti non vuole fuggire?Che si costituisca»
Santa Maria di Sala. «Se Cesare Battisti non ha intenzione di scappare come sta affermando nelle ultime ore, senza però far sapere dove è, sarebbe ora che si costituisse alle autorità italiane per affrontare responsabilmente le condanne all’ergastolo che gli sono state inflitte in via definitiva dalla giustizia del nostro Paese».
Sono queste le parole di Adriano Sabbadin, figlio di Lino Sabbadin, il macellaio ucciso il 16 febbraio 1979 da un commando dei Pac nel suo negozio in via Gorgo a Caltana di Santa Maria di Sala. Sabbadin crede che il terrorista stia tentando una fuga verso il Venezuela.
Battisti in queste ore ai microfoni del Giornale Radio Rai ha spiegato che non intende fuggire e che comunque è protetto dalle decisioni della Corte Suprema brasiliana. Lo stesso ha spiegato che non si preoccupa delle intenzioni del presidente Jair Bolsonaro, che intende restituirlo all’Italia, ritenendo quelle esternazioni “fanfaronate”. Di fatto, però, Battisti non ha detto dove si trova e da sabato scorso si sono perse le sue tracce.
«Si sente protetto», spiega Sabbadin, «a dispetto delle condanne che ha subito e che sono passate in giudicato. Se avesse senso di responsabilità, coerenza morale e umanità si costituirebbe per il male che ha procurato a tante famiglie». Dallo scorso aprile, Battisti non ha neanche più l’obbligo del controllo con il braccialetto elettronico.
Al tribunale di Cananeia il direttore Anderson Nascimento ha confermato che su di lui non c’è nessuna misura cautelare in vigore. Nei mesi successivi è caduto anche l’obbligo di firma una volta al mese. «Rinnoviamo l’appello, conclude Sabbadin, «alle autorità brasiliane di controllarlo, nella remota speranza che finalmente la coscienza di questa persona si risvegli». —
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