Runner stroncato da un tumore a 54 anni
MESTRE. La corsa più drammatica e impegnativa si è conclusa con una terribile sconfitta. Maurizio “Mauri” Stievano, 54 anni, dipendente Telecom, non ce l’ha fatta. Dopo aver corso nella realtà tante maratone con tempi eccezionali, (ben sotto le tre ore pur avendo cominciato da poco questo sport), si è spento lunedì sera nella sua casa di Marcon, dopo una battaglia improba durata più di un anno e combattuta con forza da leone grazie anche all’incredibile affetto dei familiari e degli amici, che non lo hanno lasciato solo neppure un giorno in questa drammatica svolta della sua vita.
Maurizio Stievano era molto conosciuto a Mestre e in particolare a parco San Giuliano, essendo uno dei più forti runner della zona, ma anche a Conegliano, dove aveva tantissimi amici sempre nell’ambito della corsa. Per le persone “normali”, quelle che “corrono” a più di 5 minuti al chilometro, Mauri era imprendibile. Eppure non lesinava mai sorrisi e saluti a chi incontrava nel suo percorso e consigli a chi gliene chiedeva. D’altra parte con quel carattere buono, docile e generoso seppur tenace, si era creato ottimi rapporti con tutti.
La gara più ostica, però, è cominciata a ottobre 2016. La malattia si è manifestata con un formicolio della mano destra, avvenuto pochi giorni prima della Venice Marathon alla quale ha partecipato comunque come “pacer” della 10 mila metri tenendo un ritmo altissimo, 4 minuti al chilometro. La settimana dopo, però, il suo mondo è precipitato di fronte alla diagnosi di una malattia nefasta. Eppure, proprio da quel giorno, tutti hanno potuto ammirare la forza incredibile di questo runner dal carattere mite. Sia dal Centro Nazareth, dove era stato inizialmente ricoverato, poi da villa Salus e infine da casa, ha continuato a lanciare messaggi di speranza, a volte di entusiasmo a tutti quelli che lo conoscevano, soprattutto tramite facebook. Era convinto di uscirne vincitore, Mauri, e lo faceva capire ai tantissimi amici che ogni giorno, a turno, andavano a trovarlo e che una volta a settimana rimanevano a cena con lui portandogli pizze, pastine e ogni altro ben di Dio.
Maurizio Stievano, in questa battaglia, ha incarnato in pieno il concetto di “non arrendersi mai”. «Pur vedendosi trasformato anche fisicamente» raccontano gli amici «non c’è stata mai una sola volta che abbia detto: voglio morire». Alla vigilia di Natale gli amici sono andati a cenare da lui nella casa di Marcon, dove era seguito con grande professionalità da una assistente domiciliare. «Era disteso sul divano» ricordano commossi «ed era una delle prima volte che succedeva. Eppure a un certo punto, forse intuendo la nostra sofferenza, ci ha detto: Oh, no go miga da morir». Mauri era attaccatissimo alla vita e le ha provate tutte per guarire. Alla fine, però, ha dovuto alzare bandiera bianca contro un male più forte di lui; martedì prossimo avrebbe compiuto 55 anni. Lascia i due adorati figli, Andrea, 20 anni, e Luca, 18, e la sorella Emanuela. I funerali domani alle 9 nella chiesa San Pietro Apostolo a Favaro.
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