Rumore, sigilli alla terrazza dell’albergo
JESOLO. Dopo i sequestri nei quattro locali di piazza Mazzini, due giorni fa è scattato il quinto. I carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura veneziana hanno messo i sigilli all’intera terrazza a piano terra dell’hotel Aldebaran in via Dandolo. Il proprietario, titolare anche dell’hotel Apollo, Giuseppe Polo Pardise è indagato per disturbo della quiete pubblica. Prima di far scattare il sequestro - il provvedimento è firmato dal giudice veneziano Marta Paccagnella - i militari dell’Arma hanno misurato per più di una serata il volume della musica che proveniva dalla terrazza del bar dell’albergo. Superava ampiamente i tre decibel consentiti anche dopo la mezzanotte. Tra l’altro, il regolamento varato dall’amministrazione comunale di Jesolo dopo i sequestri dello scorso anno, prevede che i locali possano chiedere l’autorizzazione a sforare il limite di tre decibel per due serate ogni settimana. Il titolare dell’Aldebaran non ne avrebbe tenuto conto senza però aver mai chiesto l’autorizzazione. Polo Pardise, nel passato, era già finito per lo stesso motivo nei guai.
Stando alle accuse, sulla terrazza dell’albergo c’era un pedana con tastiera, chitarra e batteria e quasi ogni sera c’era musica dal vivo, spesso anche il karaoke, con i clienti che si scatenavano a cantare, certo non erano serate tranquille per chi aveva le stanze poco distante dall’Aldebaran ma pure per gli stessi clienti dell’albergo, che dormivano subito sopra i suonatori. La fortuna del titolare è che la stagione volge ormai al termine che il danno potrebbe essere limitato, visto che tra una quindicina di giorni gli alberghi di Jesolo e delle altre località balneari del Nord Adriatico si svuoteranno. Il pubblico ministero che ha coordinato gli accertamenti è lo stesso che lo scorso anno aveva messo il silenziatore a Primafila, Le Vip, Capannina e Gasoline, Giorgio Gava. Nei quattro locali di piazza Mazzini, però, erano stati sequestrati strumenti musicali e mezzi per amplificare la musica, mentre in questa occasione i sigilli sono stati posti all’intera terrazza esterna che gira intorno all’albergo, dove è sistemata la pedana della band che accompagnava i cantanti, professionisti o aspiranti che fossero, e dove si sedevano i clienti del bar per bere e ascoltare. Evidentemente questa volta gli inquirenti hanno valutato che non bastasse sequestrare gli strumenti, che si possono riacquistare tranquillamente. Imponendo di non poter più utilizzare la terrazza intera è stata impedita qualsiasi performance musicale esterna. Quella, tra l’altro, di cui si lamentava chi ha segnalato il rumore assordante anche dopo la mezzanotte. Probabile che ora Polo Pardise si affiderà agli avvocati per presentare ricorso al Tribunale del riesame di Venezia, che comunque lo scorso anno respinse i ricorsi dei legali del quattro locali di piazza Mazzini e confermò il sequestro di strumenti e amplificatori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia