Rubò un vaporetto, condannato a 5 anni

Imer Tosca, 28 anni, si era messo alla guida di un mezzo Actv preso all’Arsenale e aveva tentato di speronare la polizia
Di Giorgio Cecchetti

Mano pesante del Tribunale, nei giorni scorsi, nei confronti del 28enne kosovaro Imer Tosca: i giudici veneziani lo hanno condannato a cinque anni e due mesi di reclusione, che dovrà scontare a causa di precedenti disavventure giudiziarie, per aver rubato in una calda notte dell’agosto dello scorso anno un vaporetto. Doveva rispondere di rapina e danneggiamento. La sua è una storia tormentata non tanto di criminale, ma di vittima di personaggi senza una coscienza: Imer è in Italia da quando aveva neppure dieci anni, portato via dalla famiglia nel suo paese e finito in un giro poco raccomandabile fin da bambino, tanto che ancora adolescente era dipendente dall’alcol.

Anche la notte di quel sabato di agosto del 2014 aveva bevuto e doveva tornare al Lido, stando a quello che lui stesso ha raccontato ai poliziotti che dopo tanta fatica lo avevano arrestato, attendeva da tempo un mezzo al pontile Actv dell’Arsenale per raggiungere l’isola. Stufo di aspettare è salito su uno dei battelli attraccati sulla riva. Prima di farne partire uno, però, ne aveva slegati altri tre, lasciandoli andare alla deriva. Salito sul quarto era partito in direzione di San Servolo. Nel cuore della notte la sala operativa della Questura era stata informata subito dal centro operativo dell'Actv. Gli operatori dell’azienda comunale dei trasporti si erano accorti di quello grazie al sistema Gps che monitora di continuo le numerose imbarcazioni. Immediatamente un equipaggio della volante lagunare si era messa all'inseguimento del mezzo Actv che seguivano passo a passo tramite il sistema di rilevazione Gps. Così, avevano ricostruito che il natante aveva già tentato un approdo a Santa Maria Elisabetta, ma gli esiti erano stati rovinosi. Tra l’altro, era stato affiancato da un altro mezzo Actv, con a bordo quattro marinai, che si erano messi all'inseguimento del fuggitivo e che da questo erano stati anche speronati.

Giunti all'altezza del molo di San Nicolò, la barca della polizia, evitando i ripetuti tentativi di speronamento, aveva affiancato il mezzo in fuga. I poliziotti erano riusciti a salire così sul vaporetto condotto dal giovane ladro, che nel frattempo aveva divelto alcune paline dell'approdo, ed evitando il tentativo di aggressione del conducente, lo avevano immobilizzato e arrestato. In evidente stato di ubriachezza Tosca aveva spiegato agli agenti di aver "preso in prestito" il natante perché doveva raggiungere il Lido che, a quell'ora, non era sufficientemente servito dalle ordinarie linee di trasporto. Il mezzo utilizzato dall'improvvisato comandante aveva riportato diversi danni, conseguenti sia alla collisione con la barca dell'Actv "inseguitrice" che a quella con le bricole nei pressi dell'approdo dell’isola.

Il giovane kosovaro paga un conto piuttosto pesante per una bravata compiuta con la mente annebbiata dall’alcol. In udienza, a difenderlo c’era un legale nominato d’ufficio. In precedenza è stato seguito dall’associazione degli avvocati di strada di Padova, che puntano da tempo sulla sua disintossicazione.

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