Rubava monetine, condannato
CAORLE. Ha fatto più danni che bottino Maurizio Franceschin, il 45enne di Caorle che ha forzato i lucchetti delle giostre per bambini poste all’esterno di alcuni bar e locali della località balneare per sette volte. Ieri, è stato processato e duramente condannato dal giudice monocratico di Venezia Claudia Ardita a tre anni e trenta giorni di reclusione e 800 euro di multa. Doveva rispondere di furto aggravato: i «colpi» sono stati messi a segno in tre o quattro notti nei 15 giorni che vanno dalla metà di gennaio di tre anni fa all’1 febbraio dello stesso anno. In tutto, stando alle accuse, si sarebbe portato a casa 255 euro in monetine da uno e due euro, quelle utilizzate per far partire le piccole giostre solitamente usate dai bambini più piccoli. Stando alle denunce del titolare delle giostre (appartengono tutte alla «Service Game Caorle snc»), i danni ammonterebbero a 2000 euro.
Franceschini avrebbe scelto tutti i locali che distano poche centinaia di metri dalla sua abitazione di via Mantova, due bar, una gelateria e un supermercato. Franceschini avrebbe prima forzato il lucchetto che doveva impedire di aprire la giostra, in secondo luogo avrebbe fatto la stessa operazione con il lucchetto che teneva chiusa la cassetta delle monete. I furti sono stati messi a segno nelle notti del 14 gennaio, quella successiva, il 23 gennaio, il 31 e l’1 febbraio. Dunque, l’imputato avrebbe commesso anche più di un «colpo» per notte. Al massimo si è messo in tasca 50 euro, nella maggioranza dei casi da 25 a 35 euro: nelle cassette delle piccole giostre non c’era di più. Gli inquirenti sono riusciti ad individuarlo prima di tutto grazie alle videoriprese grazie alle telecamere installate alla Cassa di Risparmio di Venezia e a quelle poste nei pressi del bar dell’Autostazione. Le immagini avrebbero immortalato senza ombra di dubbio Franceschini giunto sul luogo e poi allontanatosi grazie ad un bicicletta: è stato ripreso mentre stava forzando le giostre dei bar di Nicola Scroccaro e di Catia Ferrari, che ha ricevuto le sue «visite» per ben due volte, così come il Supermercato Famila di Federico Rizzotto.
Per quanto riguarda gli altri furti, gli inquirenti hanno avanzato alcune deduzioni logiche che per il giudice monocratico di Venezia sono state sufficienti a «incastrare» l’imputato. Alcuni sono stati compiuti in una stessa notte e a pochi minuti uno dall’altro, inoltre le giostre dei locali «colpiti» sono posti nell’itinerario stradale che porta all’abitazione di via Mantova in cui risiede Franceschin.
Infine, il sistema per scassinare le serrature e i lucchetti delle piccole attrazioni sarebbe stato sempre lo stesso. Sono servite a poco, dunque, le affermazioni dell’imputato, che ha sempre respinto le accuse, anche perché, stando alla sue fedina penale, aveva alcuni precedenti specifici, cioè proprio per furto. Così, si spiega la pesante condanna a fronte di furti piuttosto modesti, visto che alla fine Franceschin ha messo assieme neppure 300 euro nonostante i sette furti con scasso compiuti.
Giorgio Cecchetti
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