Rubato un taxi acqueo da 180 mila euro
TREPORTI. Rubato taxi acqueo del valore di 180 mila euro ormeggiato lungo il canale Portosecco. I residenti di Cavallino-Treporti, esasperati dai furti ai danni dei posti barca dove spesso sono ormeggiate barche utilizzate per lavoro, ora chiedono la videosorveglianza che riconosce le targhe all’ingresso dei principali canali navigabili del litorale come già installata lungo via Fausta.
I predoni hanno compiuto nottetempo il furto del costoso motoscafo taxi in vetroresina, di proprietà della cooperativa “Venezia Taxi Bucintoro Motoscafi”, approfittando della bassa marea nelle ore prima dell’alba di mercoledì scorso. Appena dopo il furto, il mezzo galleggiante, dotato di motore entrobordo, è stato privato della propulsione esterna, utilizzando un flessibile per staccarla, rappresentata dal piede poppiero, parte più facilmente rivendibile. I ladri miravano infatti ad appropriarsi del piede poppiero marca Volvo Penta perché è la marca più ricercata, del valore di circa 10 mila euro, per questo hanno poi abbandonato il motoscafo alla deriva con oltre 25 euro fra ammanco di costosa strumentazione, manutenzione straordinaria e danni alla chiglia della barca.
«I furti di piede poppiero dai taxi erano frequenti una quindicina di anni fa», commenta il derubato C.T., che ha in gestione il taxi, «avvenivano solitamente nella zona del Lido o a Venezia. Si trattava di furti su commissione eseguiti da ladri che sapevano come fare e, dopo il “lavoro”, lasciavano la barca ormeggiata su una bricola oppure arenata in secca, di certo non distruggevano malamente la flangia e la campana, supporti che sostengono il piede di poppa, come hanno fatto questa volta, lasciando andare la barca alla deriva rischiando che affondasse».
Il taxi acqueo è stato infatti ritrovato danneggiato nei pressi degli scogli della diga di Punta Sabbioni alle 6.30 della stessa mattina dai vigili del fuoco avvisati dall’equipaggio di una motonave Actv. «Sono stato fortunato che il taxi si è incagliato negli scogli della diga», continua C.T., «perché se andava alla deriva in mare probabilmente sarebbe stato perso e forse la cooperativa non sarebbe riuscita a ricomprarne uno nuovo lasciandomi senza lavoro. Il caso ha voluto anche che fortunatamente quella notte non c’era maretta e lo scafo ha riportato pochi danni contro gli scogli».
« Sarebbe ora che il Comune pensasse a installare la videosorveglianza all’ingresso dei principali canali di Cavallino-Treporti», conclude, «perché i furti sono sempre più frequenti e molto spesso chi ha la barca ormeggiata la utilizza per lavoro».
Francesco Macaluso
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia