«Rubato tutto l’archivio della Fe.Mar»

Eraclea. Dopo l’incendio un altro colpo per l’azienda. Sconsolato il titolare Giro: cerco di ripartire con appunti che si trovano altrove
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - INCENDIO IN CAPANNONE TRATTAMENTO RECUPERO AMBIENTALE
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - INCENDIO IN CAPANNONE TRATTAMENTO RECUPERO AMBIENTALE

ERACLEA. «Il furto dei tre computer fissi e dei portatili sono il colpo al cuore dell’azienda. Dentro c’era tutto: la contabilità, i progetti e gli appalti. Ora cerco di ripartire ricostruendo il tutto con appunti sparsi e dati che si trovavano altrove, ma di sicuro è stato un colpo terribile all’azienda. Per fortuna oggi (ieri, ndr) è arrivato il box dove ho sistemato l’ufficio». Diego Giro, titolare della Fe.Mar Ambiente di Caorle, finita nel mirino degli incendiari nella notte tra sabato e domenica scorsi, tra mille difficoltà, riesce a far funzionare l’azienda che si occupa di raccolta dei rifiuti.

Fin da subito l’imprenditore, da decenni nel settore della raccolta, ha puntato il dito contro la criminalità organizzata scartando l’ipotesi che si tratti dell’opera di qualche piromane che si voleva vendicare di torti subiti o presunti dispetti tra titolari di azienda.

«Qui hanno colpito per mettermi in ginocchio. Non sono certo dei ladri che cercavano dei computer o qualche cosa di valore da portare via. I ladri rubano non si mettono a svuotare i serbatoi dei camion per recuperare il gasolio e dare fuoco alla struttura. I ladri prendono e scappano. Tra le altre cose i computer, usati, non hanno nessun valore. In questi primi giorni seguiti all’incendio ho ripensato molto a tutte le situazioni in cui mi sono trovato a seguito degli appalti vinti e proprio leggendo i giornali e quanto scritto anche sugli altri incendi dolosi, mi sono convinto ancora di più che si tratta di criminalità organizzata. Io ho già detto, quello che dovevo, ai carabinieri di Caorle. Ho raccontato di certe richieste di “collaborazioni” che mi erano state fatte e che io trovavo anomale. Non so se sia la pista giusta. È certo che da dopo l’incendio alcuni episodi li interpreto in maniera diversa», continua Giro, «ho parlato anche con altri colleghi che hanno subito gli incendi dolosi. Ci sono cose che tornano e sempre, in ogni episodio, si capisce che hanno agito dei professionisti. Non so chi ci sia dietro, se mafia o ’ndrangheta. Certo che chi lavora per questi sono persone locali», conclude Giro.

I carabinieri della compagnia di Portogruaro stanno attendendo i risultati delle analisi eseguite sui materiali refertati sul luogo dell’incendio. Rimane il fatto che nessuno ha visto o sentito nulla fino a quando dei passanti hanno visto alzarsi alte le fiamme dal capannone della Fe.Mar Ambiente.

L’allarme scatta poco prima delle 4 di sabato notte. La Fe.Mar Ambiente si trova in Strada Riello, a San Gaetano di Caorle. La ditta si occupa del recupero e del trasporto di rifiuti. Le fiamme interessano un capannone di mille metri quadrati. Metà è andato distrutto, così come un furgone adibito alla raccolta della spazzatura e l’intero archivio ospitato nell’ufficio. Stando a una prima stima sommaria, i danni superano i centomila euro.

 

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