Rubato il microfono per “ascoltare” la laguna di Venezia

L’amara scoperta fatta dai ricercatori del Cnr. Aveva misurato il silenzio dei fondali durante il periodo del lockdown

VENEZIA. Serviva per quello che poteva sembrare un esperimento impossibile, ovvero misurare il silenzio dei fondali, ma è stato rubato. Il Cnr di Venezia lancia un appello a tutta la cittadinanza per chiedere a chi lo ha portato via di restituire l’idrofono (un microfono utilizzabile in acqua), prestato dalla Regione Marche agli scienziati veneziani dal valore di circa ventimila euro.

L’idrofono era attaccato a una bricola vicino alla Certosa.

«Oltre al grave danno economico» spiega la referente della ricerca Fantina Madricardo «Vi è l’inestimabile valore dei dati registrati per il periodo da giugno a settembre in periodo post lockdown, in una situazione impossibile da riprodurre. Chiediamo ai veneziani di aiutarci a ritrovare lo strumento o, almeno a recuperare le quattro schede contenenti i dati».

Non si sa di preciso quando sia stato rubato. Gli scienziati sono andati qualche giorno fa a recuperare l’idrofono, posizionato nell’acqua e attaccato a una briccola nel canale San Nicolò della Certosa, e hanno trovato la corda tagliata. I ricercatori hanno realizzato subito che qualcuno poteva averlo rubato. Il sogno di portare a compimento con orgoglio la prima ricerca sul silenzio dei fondali è stato oscurato da rabbia, preoccupazione e tante domande: perché portare via un idrofono?

Così è scattata la denuncia per furto. Il Nucleo Sommozzatori della Polizia di Stato ha perlustrato la zona nella speranza di trovarlo, ma senza successo.

La posizione scelta serviva per misurare l’area da Sant’Elena al Lido, inclusa la Certosa, ma soprattutto per mettere a confronto i dati raccolti nei mesi durante la quarantena.

«I pezzi dell’idrofono non sono utilizzabili per nulla e per leggere i dati servono dei software particolari che abbiamo al CNR. Inoltre i dati sono leggibili da chi si occupa di fisica acustica, quindi chi lo ha rubato non se ne può fare nulla », prosegue la scienziata Madricardo, «se chi lo ha rubato non vuole contattarci, chiediamo che lasci lo strumento in un campo o da qualche parte ben visibile con scritto per il Cnr».

La ricerca, parte del Progetto (vinto dal Cnr) Interreg Italia Croazia Soundscapes, consiste nel monitorare, per la prima volta in tutto il Mediterraneo, il rumore sottomarino di tutto l’Alto Adriatico.

Un’occasione unica, quella fornita dallo studio scientifico di questi mesi, anche per la città per capire l’impatto delle imbarcazioni e gli effetti del suono nell’ecosistema. Ora la ricerca rischia di essere danneggiata da un atto vandalico fine a se stesso che non porta nulla al ladro, ma toglie agli scienziati uno strumento fondamentale per la ricerca e alla città dei dati preziosi per la salvaguardia della laguna.

Chiunque sappia qualcosa o chi vuole mettersi in contatto con il CNR può scrivere a fantina.madricardo@ismar.cnr.it o chiamare allo 041.2407986. —



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