Rubano rame, Veritas licenzia tre addetti

Altro che le famose "bande di predoni": i ladri erano alcuni addetti dell'azienda. Scoperti dopo che da mesi rubavano tonnellate di materiale dal deposito per poi rivenderlo. Uno dei camion veniva guidato dalla moglie di un membro del terzetto

MIRANO. Altro che le famose "bande di predoni". Dipendenti di Veritas rubano per mesi e mesi all’interno dell’ecocentro di Mirano in via Venezia, tonnellate di materiali ferrosi, rame e ottone che poi rivendono a aziende familiari gestite da nomadi, dell’area della Riviera e del Miranese, guadagnando ogni giorno centinaia di euro. Ad accorgersi di quello che stava succedendo, però, è stata l’azienda stessa, che dopo alcune segnalazioni ha attivato un controllo serrato e ha scoperto il traffico a suo danno e a danno dell’intera cittadinanza.

Tre dipendenti sono stati licenziati in tronco nei giorni scorsi dall’ecocentro di Mirano, nonostante i sindacati abbiano provato a evitare il provvedimento, mentre altri due sono stati trasferiti per ora ad un ufficio di Chioggia. Il traffico e i furti continui di materiale ferroso, dalle prime stime fatte, si aggira sulle decine di tonnellate, per migliaia e migliaia di euro finiti nelle tasche dei dipendenti infedeli. Ad accorgersi che qualcosa non andava, sono state le ditte convenzionate con Veritas, al quale il materiale da riciclare sarebbe dovuto arrivare. Dall’Ecocentro di Mirano, insomma, non arrivava ormai da settimane più nulla.

Il magazzino dell'ecocentro Veritas di Mirano, dove avvenivano i furti
Il magazzino dell'ecocentro Veritas di Mirano, dove avvenivano i furti

Possibile che al centro di raccolta dei materiali ingombranti di tutti i tipi provenienti dai 17 comuni della Riviera del Brenta e del Miranese non arrivasse più nulla e, soprattutto, non arrivassero rifiuti contenenti ferro, rame, ottone e acciaio? Insospettita dalla segnalazione, Veritas ha cominciato a fare dei controlli interni, anche con l’aiuto di telecamere, sulle persone coinvolte. Fatti che sono stati segnalati anche alle forze dell’ordine. Si è visto così che i dipendenti avevano messo in piedi una vera e propria organizzazione per vendere il materiale a terzi, guadagnandoci anche parecchio. Ad acquistare i rifiuti, da quanto si è appreso, sono state per lo più aziende gestite da famiglie della zona che si occupano appunto di riciclare e vendere ferro vecchio hanno acquistato in questi mesi in quantità industriale dall’ecocentro.

Gli acquirenti arrivavano con i camion anche ogni giorno o quando avevano paura che vi fossero dei controlli, ogni due o tre giorni. Veritas su tutta questa vicenda è categorica e spiega che ha agito in maniera trasparente e chiarissima fin dall’inizio. «Da quando ci sono state fatte le segnalazioni», spiega l’azienda, «ci siamo attivati per poter capire cose stesse succedendo. Abbiamo visto che era stata creata una vera e propria organizzazione fatta di dipendenti che rubavano materiale ferroso in maniera sistematica».

I dipendenti sono stati filmati. Si è scoperto che a portare via il materiale ferroso con un camion era stata, in un caso, la moglie di uno di loro. Insomma, il giro d’affari illecito faceva gola a tutti, nessuno dei cinque coinvolti si è reso conto di quello che stava rischiando. «Abbiamo capito», spiega un dipendente che vuole restare anonimo, «che queste persone stavano agendo in maniera scorretta e  noi lo abbiamo segnalato all’azienda in alcune occasioni». Quando le prove raccolte sono state inconfutabili, i tre sono stati convocati dalla direzione. È stato spiegato loro cosa era stato scoperto e cioè che avevano rubato decine di tonnellate di materiale di Veritas, conferito dai cittadini di Riviera e Miranese, e poi sono stati licenziati. Due, invece, coinvolti in maniera minore, sono stati trasferiti a Chioggia.

I sindacati, e cioè Cgil e Cisl, hanno tentato di fermare i licenziamenti, ma l’evidenza era talmente palese che non c’era giustificazione alcuna. Ora i cinque dipendenti coinvolti, oltre al licenziamento e ai provvedimenti disciplinari, rischiano un processo per furto e intermediazione illecita di rifiuti.

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