Rubano in ospedale con il figlio 15enne
Andavano a rubare negli ospedali assieme al figlio minorenne. Sono stati arrestati dai carabinieri di Vittorio Veneto due coniugi di Marghera (41 anni lui, 37 lei) accusati di una serie di furti ai danni di pazienti e dipendenti degli ospedali di Vittorio Veneto e Motta di Livenza. A incastrarli sono state le immagini delle telecamere di sicurezza degli sportelli bancomat nei quali i coniugi hanno efettuato prelievi con le tessere rubate. Ora i due si trovano in carcere, mentre il figlio quindicenne è stato denunciato. Per tutti e tre l’accusa è di furto aggravato e utilizzo indebito di carte di credito, in concorso.
L’arresto è scattato venerdì dopo un furto messo a segno dalla coppia e dal figlio - secondo l’accusa - all’ospedale di Motta di Livenza. All’interno del reparto di pneumologia i tre avrebbero scassinato l’armadietto della caposala forzando il lucchetto e mettendo le mani sulla borsa della donna. Sono stati arrestati prima che potessero utilizzare il bancomat della donna per effettuare pagamenti o prelievi, cosa che invece era riuscita in diverse occasioni - e in circostanze quasi identiche - tra il luglio del 2015 e il marzo di quest’anno.
In quest’arco di tempo, secondo i carabinieri coordinati dal comandante Alberto Giletti, i tre avrebbero messo a segno diversi colpi all’interno dell’ospedale di Vittorio Veneto, rubando anche in quel caso contanti e carte di credito. Con tre prelievi, rispettivamente da 2.000, 1.500 e 600 euro, i tre hanno messo le mani su un gruzzolo superiore ai quattromila euro.
Come detto, a incastrarli sono state le immagini delle telecamere di sicurezza degli sportelli bancomat: ripresi in volto, i due coniugi sono stati riconosciuti grazie a una lunga lista di precedenti penali a loro carico. Da lì sono stati tenuti sott’occhio in attesa dell’occasione giusta per far scattare le manette ai polsi: è arrivata venerdì con il furto in ospedale a Motta di Livenza. Ora i due coniugi sono in carcere - a Treviso lui, a Venezia lei - e lunedì si terranno gli interrogatori di convalida degli arresti. La donna era già stata condannata nel 2007 a tre anni e dieci mesi per vicende analoghe (furto in ospedale a Belluno, spese e prelievi fatti a Treviso).
La sorpresa, questa volta, è che a partecipare al raid è stato anche il figlio quindicenne. Le indagini dei carabinieri ora puntano ad accertare se alla famiglia siano imputabili altri colpi simili denunciati negli ospedali della provincia di Treviso. La famiglia vive a Marghera e i coniugi risultano essere disoccupati.
Fabio Poloni
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