«Rubano fiori e ricordi dalla tomba di mia figlia»

San Donà. Lo sfogo di un padre che denuncia almeno una ventina di furti La famiglia impegnata nella lotta alla fibrosi cistica dopo la perdita della giovane 

SAN DONÀ. Furti di fiori e ricordi posati sulla tomba della figlia, papà si sfoga e denuncia uno scempio e un’ossessione che dura ormai da 6 anni. Lo sfogo sui social ha raccolto migliaia di condivisioni da tutta Italia che testimoniano come in tante città altre famiglie vivano quotidianamente questa dolorosa esperienza. Maurizio Zaratin ha perso la figlia Alessandra il 28 febbraio del 2012 per la fibrosi cistica che l’ha strappata all’affetto dei suoi cari a 32 anni. Da allora la famiglia è impegnata nella sensibilizzazione alle gravi patologie legate alla malattia e le cure necessarie per vivere.

Ad Alessandra, che lavorava presso il centro igiene mentale, è stata anche dedicata un’ala del reparto. E la sua tomba al cimitero di San Donà è sempre piena di fiori e ricordi, regali che amici e parenti le portano regolarmente per cercare un contatto spirituale. Ricordi che altrettanto regolarmente le vengono portati via da qualcuno che in almeno una ventina di episodi ha perseguitato la famiglia. Tutto è iniziato con un angioletto della Thun che le aveva portato la cugina Katia Lovisetto, morta anche lei tragicamente a 40 anni per la fibrosi cistica, lo scorso dicembre a Fossalta di Piave. Nei giorni scorsi qualcuno è tornato sulla tomba di Alessandra e ha portato via un elefantino bianco di ceramica con un vasetto, rovesciando il contenuto, terra e acqua, sulla tomba della donna.

Papà e mamma si sono sfogati denunciando l’accaduto sul profilo Facebook “San Donà più Sicura”. «Non sappiamo chi possa essere stato», spiega Maurizio Zaratin, «ma certo si tratta di una persona disturbata. Quando abbiamo postato il nostro sfogo sui social abbiamo avuto migliaia di condivisioni su Facebook e da tutta Italia. Tante famiglie che hanno vissuto la nostra stessa esperienza o molto simile. Chi compie questi gesti dovrebbe capire che causa una dolore immenso nelle famiglie che già hanno sofferto e soffrono per la perdita dei loro cari. Ora speriamo che la smetta».

A Musile era accaduto qualcosa di molto simile a una famiglia che aveva perso un bambino. Allora, i carabinieri di San Donà, raccolta l’indispensabile denuncia, si erano appostati e avevano ricostruito, anche attraverso l’esame di videocamere della zona, il percorso di uno squilibrato che continuava a rubare degli oggetti sulla tomba del bambino. In altri episodi, invece, sono state trovate persone insospettabili che a San Donà, come a Jesolo, rubavano al cimitero i fiori dalle tombe.

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