Rsa, undicimila richieste per tremila posti. Le impegnative regionali non bastano

Strutture per non autosufficienti piene al 90 per cento, ma la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi
Mitia Chiarin
Un'anziana nel giardino di una casa di riposo
Un'anziana nel giardino di una casa di riposo

Il bisogno di posti nelle case di riposo viene evidenziato, se serviva ancora farlo, anche dai numeri più recenti a disposizione, aggiornati allo scorso febbraio.

Graduatorie

Nelle trentadue tra residenze e centri servizi per anziani non autosufficienti del territorio dell’Ulss 3 Serenissima il conto delle persone in graduatoria per un posto in struttura schizza a quasi 11 mila. Un dato importante, sicuramente condizionato dal fatto che è possibile presentare domande di ingresso in praticamente tutte le strutture del territorio. Ma che evidenzia il bisogno di posti nelle strutture per non autosufficienti.

Secondo le norme vigenti nella nostra Regione, infatti, la Ulss di riferimento territoriale, sulla base della graduatoria unica della residenzialità, provvede a rilasciare l’impegnativa di residenzialità nel limite del numero massimo annuo equivalente stabilito dalla programmazione regionale. E qui iniziano i problemi.

Posti letto

Nei 4 distretti della Ulss 3 Serenissima, dicono i dati, sono 3.930 i posti letto a disposizione, 458 quelli attualmente liberi. Oltre tremila gli ospiti con impegnativa di residenza, la copertura data dalla Regione Veneto. 417 sono gli ospiti privati. In pratica nella sola Ulss 3 Serenissima mancano all’appello un migliaio di impegnative di cura, che sono necessarie come il pane a tante famiglie per reggere ai costi dell’ospitalità in casa di riposo.

Ci sono poi 222 anziani e anziane, con impegnativa, che hanno ottenuto un posto fuori Ulss. E ora a Venezia si assiste al fenomeno di ospiti da fuori provincia che trovano posto in centro storico grazie a schede Svama (quelle che indicano lo stato di non autosufficienza) con valori più bassi di quelle per cui tanti nonni e nonne veneziani sono da noi in attesa. In media nel Trevigiano si entra con il punteggio di 70. Da noi serve il 98. Il dato fondamentale è quello delle insufficienti impegnative concesse dalla Regione. Tema emerso anche nella assemblea, decisamente infuocata, tra le famiglie che protestano per il caro-rette e i vertici di Ipav, che conta la bellezza di oltre 800 ospiti.

Tasso occupazione

Interessante il tasso di occupazione delle strutture. Siamo al 100 per cento di occupazione dei 244 posti de distretto di Chioggia e Cavarzere. Il dato più basso, 81 per cento, nel centro storico veneziano. La media di occupazione nelle 32 strutture è sopra l’88 per cento.

Rette a confronto

Sul fronte delle rette è interessante notare come l’adeguamento 2024 per le rette convenzionate (quelle con il sostegno della Regione) la tariffa applicata da Ipav è in linea con quelle di altre residenze, con una media nel 2023 di 66 euro. Ipav applica rette dai 60 ai 74 euro. I 74 euro sono applicati anche dalla “Anni azzurri” di Favaro. A Fiesso d’Artico alla struttura La Salute si applicano poco più di 71 euro.

Tra i 62 e i 66 euro si collocano le tariffe praticate da Santa Maria del Rosario, Anni Sereni di Scorzé, villa Althea e villa Fiorita di Spinea, Ipab Mariutto di Mirano, per fare alcuni esempi concreti. Diversa la situazione degli ospiti privati dove le tariffe sono schizzate per effetto degli aumenti. I dati dicono che solo 3 centri servizi nel Veneziano hanno praticato rette più basse di Ipav che chiede circa 90 euro (100 euro per una singola). Torre di Mosto, Chioggia, Lido hanno tariffe più basse (tra 78 e 85 euro). Tutti gli altri praticano costi ancora più alti: 105 euro alla casa di riposo di Stra; 97 euro a Santa Maria del Rosario come a Scorzé alla Anni Sereni. Sopra i 96 euro anche la Anni Azzurri di Favaro.

Insomma, senza nuove impegnative (3.500 quelle che mancano all’appello in Regione secondo i conteggi delle organizzazioni sindacali) le famiglie di anziani non autosufficienti si ritrovano sempre più a fronteggiare gli aumenti delle rette private su cui le strutture puntano pe tenere in ordine i conti. Strutture in affanno anche per la carenza di personale e medici.

Investimenti

Roberto Volpe, presidente dell’Unione regionale degli istituti per anziani della regione veneto (Uripa), dalle pagine del nostro giornale nei giorni scorsi ha ribadito che sulla terza età, in un paese che invecchia sempre di più, occorre investire seriamente.

«Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, ma non abbiamo investito sulle Rsa nemmeno con il Pnrr, un’occasione sprecata, come tante altre in questi anni», ha ribadito. Volpe spiega come il tema della non autosufficienza non rientri nell’agenda del Governo, «ma non solo di questo, nemmeno di quelli prima» e che «la politica è più che consapevole del problema, ma lascia che sia il ministro o l’assessore di domani a doverlo affrontare».

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