Roulette russa in Romea per il semaforo a chiamata

Valli. Protesta dei residenti costretti ad attraversare la statale anche con il rosso L’impianto infatti ha un intervallo di cinque minuti e i pedoni perdono l’autobus
Di Diego Degan

CHIOGGIA. «Caro sindaco, non posso rischiare di perdere la vita schiacciata da un tir, a 32 anni, con due bambini, per meno di mille euro al mese».

È il passaggio cruciale di un accorato appello che una «mamma pendolare che ogni mattina prende il bus a Valli», ha rivolto al sindaco, Alessandro Ferro, qualche giorno fa, tramite Facebook.

Il problema è sempre quello: l’attraversamento dell’incrocio sulla statale Romea. Con l’inizio della bella stagione e dei ponti festivi la difficoltà pratica di attraversare quell’incrocio, inizia a farsi risentire, in special modo alla domenica, quando la statale è invasa dai pendolari delle spiagge. E di domenica non c’è il traffico pesante che, invece, è ben presente tutti gli altri giorni della settimana, tanto che la stessa Anas, a suo tempo, aveva conteggiato a Valli un traffico superiore di 5 volte rispetto agli altri tratti di Romea nel territorio comunale. Il semaforo pedonale a chiamata, installato alcuni anni fa su richiesta degli stessi residenti (in mancanza, va detto, della possibilità di altri interventi immediati) doveva funzionare, in via sperimentale, per sei mesi e poi essere rivalutato. Di questa rivalutazione non c’è traccia, complici anche le incertezze degli interventi sulla Romea ma, di certo, il problema di Valli non è stato risolto. Il semaforo, infatti, dopo la chiamata da parte di un pedone, ha un intervallo di circa cinque minuti durante i quali non può essere riattivato, per non interrompere troppo spesso il traffico sulla statale.

Ma i pedoni non arrivano tutti insieme e, per chi arriva dopo, aspettare quei cinque minuti, può significare perdere l’autobus per andare al lavoro. Quindi, spiega la donna nel suo appello, «ogni mattina ci facciamo il segno della croce e passiamo comunque, perché il bus non si ferma mica. Ti sembra bello caro Sindaco che una mamma, un papà, un giovane giochi ad attraversare come se fosse una roulette russa?». «La chiamano la strada della morte», dice ancora la mamma pendolare, «Ecco, la morte è quella che salutiamo ogni mattina per raggiungere la fermata del bus. Ho urlato disperata stamattina non riuscivo a passare e loro mi guardavano».

Ma il problema dell’attraversamento vale anche per i veicoli: chi proviene dall’interno della frazione, non può impegnare la Romea mentre è attivo il semaforo pedonale e non lo può fare subito dopo, perché deve aspettare che finisca la coda formatasi nel frattempo sulla statale. Il risultato è che le macchina passano lo stesso, insieme ai pedoni.

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