Rotta sbagliata dell’aereo passeggero chiede i danni
«Ci stavamo avvicinando alla Russia quando, allo schermo sopra lo schienale, ho visto l’aereo che virava e tornava indietro». Il vero motivo di quella strana manovra Alessandro Carlin, 24 anni, di Chirignago, lo ha scoperto solo una volta rientrato in Italia, leggendo la Nuova. E dopo averlo saputo si è rivolto all’associazione di consumatori Adico, il cui staff legale ha proceduto con una diffida nei confronti della compagnia di bandiera per chiedere il legittimo risarcimento, date le circostanze anomale, quantificato in 600 euro.
L’episodio risale al 19 aprile: il volo AZ0788 dell'Alitalia parte dal Marco Polo diretto a Tokyo alle 13.30 ma dopo quasi tre ore di volo regolare, quando il Boeing B777 è nei cieli di Minsk, capitale della Bieolorussia, in una regione tormentata dalle tensioni ucraine, il pilota annuncia che l'aereo deve fare marcia indietro, atterrare a Roma Fiumicino e poi ripartire alla volta della capitale giapponese. «Tutti noi passeggeri ci siamo chiesti cosa stesse accadendo», ricorda Carlin che andava in Giappone da turista, «e l’opinione prevalente, suggerita anche dal commento di alcune hostess, era che la Russia ci avesse impedito di passare come ritorsione nei confronti dei Paesi dell’Europa per quello che stava succedendo in Ucraina. C’era un po’ di tensione».
L’aereo, dopo essere atterrato a Fiumicino, è ripartito alla volta di Tokyo, dove però è arrivato dopo 20 ore di volo, 6 di ritardo. I motivi del diniego di Mosca a sorvolare i cieli russi - come hanno appreso poi i passeggeri dalla stampa - non va però ricondotto alle tensioni ai confini tra Ucraina e Russia, ma al fatto che l’aereo, non avendo Alitalia pagato il dazio per quella rotta, non poteva passare. L’errore è stato compiuto al momento del decollo, perché l’aereo avrebbe dovuto raggiungere il Giappone via Sud, attraverso l’India, e non via Nord, attraverso la Russia. «Una serie di coincidenze», aveva fatto sapere Alitalia, «dovute al fatto che era uno dei primi voli per Tokyo». Il pilota sarebbe stato tratto in inganno - senza che neppure la torre di controllo se ne accorgesse - dal piano di volo, fornito sbagliato. Perché mentre nei collaudati collegamenti con Roma e con Milano i voli passano attraverso la Russia, pagando dazio al Paese, i voli diretti a Tokyo in partenza da Venezia - il collegamento è stato inaugurato il 3 aprile - virano invece verso sud, sorvolando la Turchia, l'India e la Cina. Un percorso più lungo di due ore ma obbligato, dal momento che la Russia non sarebbe disposta ad accettare il pagamento di un ulteriore dazio per i voli da Venezia.
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