Rose in segno di pace il regalo degli islamici

La comunità di Venezia le ha donate in piazza Ferretto e a Santa Lucia «Vogliamo lanciare un segnale di speranza, un messaggio contro il terrorismo»
Di Marta Artico

Un’esplosione di rose di tutti i colori, donate dalla comunità islamica di Venezia e provincia ai cittadini in segno di auguri di buone feste, ma anche pace e fratellanza, la vigilia di Natale.

Un regalo tanto inaspettato quanto gradito quello dei musulmani. Il 24 dicembre, vigilia di Natale, donne uomini e bambini si sono presentati in piazza Ferretto, sotto un sole invernale, armati di rose e di dolci, che hanno distribuito ai passanti, i quali si sono fermati stupiti e contenti. Chi ha mangiato un biscottino, chi ha fatto due chiacchiere, chi ha chiesto le motivazioni del dono, tanti i sorrisi e le strette di mano.

«È un gesto bellissimo», commenta una donna con la sua rosa gialla stretta al petto, «ce n’è davvero così tanto bisogno, è il regalo di Natale più sincero che ho ricevuto».

Felicissimi anche gli anziani in passeggiata, che hanno letto i biglietti di auguri che accompagnavano i fiori, in arabo e italiano. Rose colorate e tutte diverse, come le persone, ma altrettanto uniche e profumate. Questo l’intento della comunità, che non tralascia mai di dare un significato profondo ai gesti. «Volevamo fare gli auguri ai veneziani nostri concittadini», spiega il presidente Mohammed Amin Al Ahdab, «e volevamo farlo di persona, perché oggi il contatto umano è più che mai importante». La distribuzione è durata fino all’ora di pranzo. Lo stesso a Venezia, di fronte la stazione di Santa Lucia.

L’anno scorso la comunità aveva acquistato una pagina nei giornali locali, quest’anno ha deciso, invece, di farli di persona. Nei biglietti la scritta in arabo auguri, ossia “mubarak”.

«Ne abbiamo acquistate un migliaio», racconta il presidente, «rose colorate, tutte differenti una dall’altra ma pur sempre profumate e tutte egualmente belle». Così come le fedi, il colore della pelle, le differenze che ci rendono speciali. «Volevamo lanciare un segnale di speranza, un messaggio positivo e di pace perché è vero, ci sono gli atti terroristici, ma c’è anche ci fa gesti belli. Volevamo il contatto umano con le persone, fare gli auguri faccia a faccia». Ripete: «Purtroppo leggiamo e vediamo cose terribili, ma c’è la voglia di contrastare il male, alla fine nell’essere umano prevale la bontà, basta tirarla fuori, per questo abbiamo pensato di fare gli auguri di buone feste donando una rosa ai cittadini di Venezia».

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