Rose bianche e lacrime per l’addio a Elena
SOTTOMARINA. «Ci siamo riproposte di non essere mielose. Tu non ce lo avresti permesso. Ma una cosa non possiamo fare a meno di dirti: ti vogliamo bene». Erano tre le ragazze che, ieri, al funerale, hanno voluto esprimere pubblicamente un messaggio d’addio alla loro amica, Elena Boscolo Contadin, morta la notte di Natale, a soli 28 anni, in un incidente stradale.
Nella chiesa del Buon Pastore, gremita di gente, hanno pronunciato poche frasi ciascuna, spezzandole con lacrime e singhiozzi, perdendo, a tratti, la voce in un sussurro. Ma il loro affetto per Elena era palpabile e, si capisce, anche dalle loro parole, che la stessa cerimonia funebre, con pochi fiori e nessun applauso, è stata pensata con rispetto alla personalità della ragazza morta, che non avrebbe gradito gli eccessi. L’addio a Elena è stato intenso ma composto.
Centinaia di persone, di tutte le età, sono andate a porgerle l’ultimo saluto, riempiendo tutti i posti a sedere, compreso il soppalco; molti sono rimasti in piedi per tutta la durata della cerimonia. Il rito funebre è stato concelebrato dal vescovo, don Adriano Tessarollo, e da due sacerdoti. Ripetuti gli appelli di monsignor Adriano alla fede e alla speranza nella resurrezione e, nelle intenzioni di preghiera, è stato il vescovo stesso a invocare «per chi è stato coinvolto in questa vicenda» i doni della «Grazia e del Perdono» affinché «non si alimentino contrapposizioni».
Un chiaro riferimento all’investitore di Elena, un ragazzo di soli 23 anni che, in un attimo di distrazione, ha ucciso la ragazza e rischiato di far del male anche al suo fidanzato, mentre la coppia percorreva un passaggio pedonale per tornare a casa. Quel ragazzo ora rischia, secondo i tempi della giustizia, una condanna da scontare in carcere ma, più di questa prospettiva, ancora lontana, è la consapevolezza di aver interrotto una vita che lo ha annientato. Pace per tutti, quindi, nelle parole del vescovo, e compostezza anche nell’ultimo saluto tributato alla ragazza. Quando sono state pronunciate le ultime parole, «la messa è finita, andate in pace», quasi tutti hanno atteso in chiesa il passaggio della bara, coperta di rose bianche. Solo la mamma di Elena, stremata, è uscita per prima ed è salita su un’auto. La salma è poi sfilata in mezzo a due ali di persone, accompagnata dal canto di un “Alleluia” nel più profondo silenzio dei presenti. All’uscita della chiesa, il fidanzato e il fratello di Elena, Alberto e Federico, hanno ricevuto le condoglianze di tutti: baci, abbracci e forti pacche sulla schiena, quasi a darsi reciprocamente coraggio, soprattutto tra Alberto e i suoi compagni della squadra amatoriale con cui gioca a calcio, che sono arrivati in gruppo. Poi il carro funebre è partito per il cimitero di Sottomarina. Sull’epigrafe l’ultimo desiderio dei parenti di Elena: non fiori, ma offerte a favore dell’Associazione dei familiari delle vittime della strada. Un modo, anche questo, per far sì che quella morte non sia stata inutile.
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