«Ronde a Venezia, armati di cellulare»
«Ronde di cittadini, “armate” solo di cellulare, dalla sera alle prime ore della notte, perché Venezia è sotto assedio, non solo o non tanto criminale, ma di un bullismo da strada violento e non più tollerabile». Le annuncia l’ex consigliere comunale della Lega Giovanni Giusto, che le ha organizzate nel giro di 24 ore, dopo l’incredibile episodio del quale è stata protagonista (e vittima) la sua famiglia, lunedì sera all’ora di cena, sotto casa, il palazzo con la “torre” di avvistamento incendi in campo San Boldo, a due passi da campo San Giacomo dall’Orio.
«Erano circa le 8 e stavo parlando con mia moglie e mio figlio davanti al portone di casa, socchiuso», racconta Giusto, sconcertato e infuriato, «quando all’improvviso due uomini sono entrati nel palazzo, salendo per le scale, seguiti da una donna con un bambino. Mio figlio, gentilmente, ha detto loro che quella era una casa privata e uno dei due - per tutta risposta - l’ha insultato con un “Fuck you”, dicendogli in inglese che quella era anche casa sua, continuando a salire fino all’ultimo piano. Mio figlio si è frapposto e quest’uomo - con un accento dell’Europa dell’Est, forse russo - ha cominciato a spintonarlo, ha “strappato” una colonnina dalla balaustra in legno, cercando di colpire mio figlio. Per fortuna è uscito anche un vicino con un mattarello. Siamo intervenuti sentendo il trambusto, mia moglie è stata strattonata: cose da non credere, quell’uomo ha picchiato mio figlio, ne è nata quasi una colluttazione». «Cosa volessero, quale fosse il loro obiettivo, se volessero fare un “sopralluogo” o fossero curiosi e si sentissero padroni di far quello che volevano, non so», prosegue Giusto, «so che ho chiamato due volte il 113 senza ricevere risposta e che quando mi hanno richiamato per chiedermi cosa volessi, mi hanno detto di non avere pattuglie a disposizione. Sembravano turisti spacconi e violenti. So che i carabinieri sono arrivati una quarantina di minuti dopo e tra un verbale e l’altro sono andato a letto alle 2, naturalmente per nulla: chissà dove sono quei due. Le forze dell’ordine sono ai minimi termini quanto a personale, è giusto che i cittadini vigilino. Così ho fatto un po’ di telefonate e si parte subito».
Un annuncio che farà discutere. «Qui bisogna difenderci a casa nostra: la città è sotto assedio, non criminale, ma da bullismo da strada. Chi viene sa che tutto è possibile e nessuno ti punisce: i veneziani devono dare una svolta, aiutare le forze dell’ordine. Per questo ho fatto un giro tra amici, per organizzare ronde assolutamente non punitive - ci mancherebbe - saremo privi di tutto meno che del telefonino per allertare le forze dell’ordine, dall’imbrunire verso la notte. Partiremo da Rialto, la Frezzeria, Santa Margherita: saremo un deterrente pacifico e se vediamo pericoli o persone le seguiamo e le segnaliamo, fino a quando non arrivano le forze dell’ordine. Un’azione pacifica: non muoveremo le mani». Ma il “leghista” che è in lui prorompe: «A Venezia non serve un sindaco, ci serve uno sceriffo siamo nel far west».
Roberta De Rossi
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