Romina Power e Marisa Laurito, dalla tv alla Biennale

L’ex moglie di Al Bano espone per il Costarica, assieme a Franco Nero e a Dario e Jacopo Fo

VENEZIA. Anche Romina Power e Marisa Laurito alla prossima Biennale Arti Visive di Venezia. Non si tratta dell’annuncio di un programma di varietà televisivo collegato alla Mostra con la partecipazione della cantante-attrice recentemente riapparsa sul palcoscenico del Festival di Sanremo o della “intrattenitrice” napoletana scoperta da Renzo Arbore. No, la Power e la Laurito parteciperanno proprio come “artiste”. Selezionate, rispettivamente, dal Costarica e dal Guatemala, Paesi sudamericani con cui non hanno nulla a che vedere, ma che hanno, nell’occasione, scelto due selezionatori italiani. Il curatore del Costarica è infatti Gregorio Rossi, e il commissario del Guatemala è invece il conte Daniele Radini Tedeschi (con due curatori anch’essi italiani). Entrambi, hanno selezionato quasi esclusivamente artisti del nostro Paese. Il Padiglione del Costarica - che sarà a Palazzo Bollani - ne presenterà 56, tra cui, oltre a quella che è stata a lungo “l’altra metà” di Al Bano, tra gli altri anche l’attore Franco Nero - l’indimenticabile Django dei film western di Sergio Corbucci - il Premio Nobel Dario Fo e anche suo figlio Jacopo. Sul tema della pace, il Costarica - unico Paese che ha abolito l’esercito - come si legge in un comunicato, «ha aperto il suo Padiglione, invitando tutti quegli artisti che volevano aderire da ogni parte del pianeta». Poi, inevitabilmente, è scattata implacabile la selezione tra i molti candidati. E si è imposta, tra gli altri, Romina Power.

«Non so perché mi abbiano scelto per il Costarica» ha dichiarato candidamente Romina in una recente intervista «forse per i colori accesi dei miei quadri, o forse perché mia madre era di origine messicana». Romina - con tre mostre personali al suo attivo secondo il suo sito - è dichiaratamente figurativa, con quadri dal sapore un po’ naif, e finora ha esposto in sole tre mostre personali - secondo il suo sito - anche se dichiara di amare la pittura da sempre e di dipingere fin da bambina. «Sin da piccola, attori, pittori e scrittori» scrive nel suo sito «hanno frequentato le case dei miei genitori. A metà anni ’60 frequentavo Balthus a Roma, quando viveva a Villa Medici. In quel periodo iniziai ad affrontare le mie prime tele. Dipinsi “L’isola”, un metro per due, in un pomeriggio. Ricordo, allora, di essere rimasta colpita dal fatto che Balthus impiegasse mesi, a volte anni, per finire le sue tele». La Laurito, “la signora della mossa” dei fasti arboriani, figura invece tra i “collaboratori” del padiglione del Guatemala, dove esporrà tre alberi d’oro, ha annunciato, ricordando anche i suoi inizi come pittrice, anch’essa figurativa. «Desideravo fare l'attrice» ha raccontato «per mantenermi lavoravo in alcuni studi commerciali napoletani dove dipingevo a mano le cartoline. Le mettevano in fila e io a colorare chilometri di mare, mare, mare. Copiavo Van Gogh e vendevo per due lire nature morte. Ora uso materiali acrilici, adopero il silicone, un materiale povero che uso per generare bellezza come sono capace. Ho trovato il modo di colorarlo, con pazienza lo adopero per merlettare gli oggetti. Qualcuno ha visto, ho cominciato a esporre. Finché l'anno scorso sono stata invitata a partecipare alla Triennale di Roma». A invitarla, sempre Radini Tedeschi, che ora la porterà anche in trasferta in laguna. E poi dicono che è difficile esporre alla Biennale di Venezia.

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