Romea, sicurezza a rischio Scontro tra i due progetti

Chioggia. La proposta del Comune e quella della società Anas sono opposte Il sindaco Ferro: «Vogliamo un intervento radicale e non puntiforme»
Baschieri mph05a Elisabetta Donaggio ..Chioggia: nuovo incrocio di Brondolo
Baschieri mph05a Elisabetta Donaggio ..Chioggia: nuovo incrocio di Brondolo

CHIOGGIA. Due progetti alternativi per mettere in sicurezza la Romea da scegliere entro due settimane. Anas vuol chiudere la progettazione per la sistemazione della statale entro fine anno per poi partire con i cantieri nel 2017, ma la proposta dell’amministrazione va nella direzione diametralmente opposta.

Il caso Romea è stato ampiamente trattato ieri in commissione, ma l’assenza di Anas (invitata formalmente) ha reso di fatto monca la discussione e suscitato non poche polemiche. Anas, che ha incontrato gli amministratori comunali lo scorso lunedì, ha ribadito la proposta di sistemare il tratto chioggiotto, realizzando un bypass a est tra Cavanella e Sant’Anna per 6 km, tagliando dietro il bosco Nordio e sistemando gli altri punti critici (Brondolo, Ca’ Lino, Valli) con rotonde e cavalcavia. «Una proposta insufficiente», sostiene il sindaco Alessandro Ferro, «noi chiediamo la messa in sicurezza globale della città perché abbiamo l’occasione storica per procedere con un’integrale messa in sicurezza. Anas ci propone un intervento puntiforme, noi vogliamo invece un intervento radicale».

Per il tratto veneto, 71 km, Anas prevede di spendere 150 milioni di euro. La proposta dell’amministrazione è di procedere con una variante a ovest di Sant’Anna che taglia via tutte le frazioni e prevedere un raccordo al passo della Fogolana dove intercettare il traffico anche della Monselice Mare. «La variante che ci propone Anas di certo costa meno della nostra», precisa il sindaco, «ma oltre a non risolvere i problemi di traffico e di pericolosità, pone anche grossi problemi dal punto di vista ambientale perché attraversa un territorio con criticità idrogeologica e con un vincolo paesaggistico per la presenza dell’Adige. Sarebbe anche incompatibile con lo sviluppo previsto di Sant’Anna».

Un’ipotesi fortemente criticata in commissione dai consiglieri del Pd e della Lega che non accettano che il progetto di messa in sicurezza sia calato dall’alto, senza tenere conto delle esigenze espresse dal territorio e, addirittura, andando a incidere sulla fisionomia ambientale. «Qualcuno ci dovrebbe spiegare perché per il tratto veneto sono stati stanziati 150 milioni per 71 km», sostiene il presidente del comitato Legge Speciale regionale, Giuseppe Boscolo, «mentre per il tratto romagnolo di 50 km, 350 milioni. Si deve andare a trattare direttamente con il ministro Delrio e il presidente Anas».

I tempi però sono stretti e i margini di concertazione, pur ammessi da Anas nell’ultimo incontro, appaiono alquanto improbabili. Il rishio, per non perdere i fondi, è che ci si accontenti di una variante che non piace a nessuno.

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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