Roberto Mauro, giallo sulla morte
Mira. Il suicidio dopo le contestate dimissioni da Psichiatria a Dolo

Roberto Mauro
MIRA.
Il corpo rinvenuto sul Naviglio del Brenta martedì mattina a Mira, è stato identificato ufficialmente ieri mattina dai famigliari: si tratta di Roberto Mauro. Il cinquantenne era scomparso lo scorso 9 febbraio dalla sua casa di Mira Taglio in via Corridoni.
La scomparsa avvenne nemmeno 12 ore dopo le dimissioni volontarie dell'uomo dal reparto di Psichiatria dell'ospedale di Dolo. «Daremo incarico a dei medici legali di parte - annuncia l'avvocato della famiglia, Ermes Mozzato - di verificare se esistevano o meno le condizioni per effettuare un trattamento sanitario obbligatorio». Ma facciamo un passo indietro, cioè al momento in cui l'artigiano mirese era stato ricoverato nelle strutture dell'Asl 13. «Roberto Mauro - spiega l'avvocato Ermes Mozzato - si era recato negli ultimi mesi ben tre volte al Pronto soccorso di Dolo perché soffriva di crisi depressive. L'ultima volta, a febbraio, era stato ricoverato con la diagosi di stato depressivo e distonia. Il giorno dopo Roberto, aveva chiesto di essere dimesso». L'avvocato Mozzato ha fatto richiesta di visionare le cartelle cliniche dell'uomo. «Da quello che si può leggere - dice ancora il legale della famiglia dello scomparso - i medici avrebbero ritenuto che non vi erano le condizioni necessarie per trattenere Roberto Mauro in Psichiatria con un ricovero coatto. Non sono ben motivate - sostiene l'avvocato - le ragioni di questa decisione. Quello che cercheremo di capire è se, invece, come previsto dalla legislazione, esistevano alterazioni psicofisiche tali da richiedere coatti e urgenti trattamenti terapeutici». Intanto emergono delle novità dai primi rilievi esguiti sul cavadavere dell'uomo all'obitorio di Dolo. «I primi esami sul corpo - dice l'vvocato - avvalorano la sua permanenza in acqua dalla sera della scomparsa. Insomma nemmeno 12 ore dopo le dimissioni da Psichiatria, Roberto avrebbe messo in pratica gli intenti suicidi che aveva annunciato in più di una occasione. E' scappato in piena notte in pigiama e zoccoli ed è finito nel Naviglio». Il magistrato ad ora non ha disposto l'autopsia del corpo anche perchè la causa della morte appare chiara: annegamento. Tanto il dolore della famiglia che aspetta il via libera per i funerali. «Siamo colpiti da quello che è successo - dice il figlio Mario - ora vogliamo solo ricordare mio papà, una persona con problemi, ma sempre buona e generosa con tutti».
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