Rivoluzione allo Iuav, via i dipartimenti
Lo Iuav si prepara a cambiare pelle - reagendo così anche al calo di iscritti degli ultimi anni - con una riforma radicale che prevede la redazione e l’approvazione di un piano strategico per il rilancio dell’ateneo nei prossimi cinque anni e di un nuovo statuto che contempla, tra l’altro, l’abolizione degli attuali Dipartimenti - sono tre - e l’istituzione invece di Corsi di studio, Centri di ricerca e Scuole di specializzazione, mantenendo della struttura didattica attuale solo la Scuola di dottorato. Una riforma che il rettore Ferlenga si prepara però a discutere e approvare con tutte le componenti della sua università, come riferiamo a parte, ma che è già stata comunque tracciata in bozza.
L’analisi della crisi. Nella bozza di Piano strategico il rettore Ferlenga analizza i motivi di difficoltà attuale dello Iuav con il calo di iscritti e il rallentamento delle preiscrizioni dell’ultimo anno, parlando dell’offuscamento dell’immagine dello Iuav, giunta al punto più basso tra il 2013 e il 2015 e l’oggettiva contrazione del mercato del lavoro per settori vitali per l’ateneo come Architettura e Pianificazione. Debole anche l’attrattività internazionale, mentre l’attività dei laboratori - pur da potenziare - rappresenta un punto di forza da potenziare. Insufficiente anche la comunicazione verso l’esterno. Difficile anche l’individuazione delle diverse offerte formative per la sovrapposizione di insegnamenti nei Dipartimenti.
Una nuova offerta didattica. Il quadro attuale dell’offerta didattica dello Iuav sarebbe disgregato e poco efficace per aumentare il numero degli studenti, anche se la domanda per corsi come Design e Moda resta ancora superiore all’offerta. Di qui la necessità di modificare la divisione in Dipartimenti, che il nuovo statuto propone di abolire, visto che non riflettono più in modo chiaro, nemmeno nel nome, gli insegnamenti che erogano. Si punta allora a un ritorno alla semplicità, con la creazione appunto dei nuovi corsi di studio - in pratica il corrispettivo dei corsi di laurea - affiancati da centri di ricerca che favoriscono i rapporti tra di loro e appunto nuove Scuole di specializzazione.
Nuove iniziative. Tra i nuovi programmi, l’attivazione di una Scuola Internazionale di Restauro e l’apertura di un corso di laurea in Interiors. Si punta anche ala creazione di Scuole - come potrebbero essere chiamati i corsi di studio - riferite ai principali percorsi di studi di Iuav come Architettura, Design, Arti, Moda. Si punta anche ad ampliare il numero dei master e all’istituzione di lauree professionalizzanti che riguardano figure come i geometri e i tecnici industriali.
Le sedi. Iuav non punta a vendere il suo cospicuo patrimonio immobiliare ma piuttosto a razionalizzarne l’uso per ridurne i costi di manutenzione e gestione. Sempre in previsione lo scambio di sedi con Ca’ Foscari tra le Terese e San Sebastiano. La sede di Ca’ Tron e quella storica dei Tolentini saranno in parte utilizzate anche per l’ospitalità di mostre a pagamento. Per fare cassa sarà venduto l’ostello della gioventù Jan Palach alla Giudecca, per fare cassa.
Cinquemila iscritti. L’obiettivo nei prossimi 5 anni per lo Iuav è di arrivare alla soglia dei 5 mila iscritti, che sarebbe compatibile con la riorganizzazione che un ateneo di piccole dimensioni vuole darsi, puntando ad assestare il numero degli iscritti ad Architettura e ad ampliare quelli per settori come Design e Moda per cui c’è in questo momento una domanda più forte.
I rapporti con le istituzioni. Infine si punta a rafforzare un rapporto con le istituzioni locali che si è sempre più ridotto negli ultimi anni perché Iuav sia attivo in progetti di trasformazioni del territorio come quello che riguarderà Porto Marghera. Si punta a accordi con Comune, Città Metropolitana, Regione, Confindustria e Camera di Commercio.
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