Rivendevano biglietti Actv quattro divieti di dimora

Due veneziani, un vicentino e un ragusano accusati di truffa ai danni dell’azienda Acquistavano ticket da 1,5 euro e li piazzavano per 7,5. Martedì l’interrogatorio
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 31.05.2014.- Lunghe code agli imbarchi pontili ACTV della Ferrovia.-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 31.05.2014.- Lunghe code agli imbarchi pontili ACTV della Ferrovia.-

Truffavano l’Actv e quando una bigliettaia, quella all’imbarcadero dell’Arsenale, ha capito quello che facevano e ha cercato di allontanarli, uno di loro l’ha pesantemente minacciata, così uno di loro è accusato anche di violenza a pubblico ufficiale. I carabinieri hanno tenuto d’occhio il gruppo, ma hanno atteso per raccogliere prove inconfutabili, grazie alle quali nei giorni scorsi il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto quattro provvedimenti di divieto di dimora. Marco Senatore di Chirignago, Pietro Pellegrino di Venezia, Gabriele Colosimo di Vicenza e Francesco Statello di Ragusa non potranno tornare in laguna, dovranno tenersi lontano e verranno interrogati martedì dal giudice Alberto Scaramuzza, il magistrato che ha firmato le ordinanze.

Fino ad ora, sempre i carabinieri, avevano stroncato un traffico clandestino di biglietti del trasporto pubblico lagunare che coinvolgeva alcuni bigliettaio dell’Actv, i quali riciclavano biglietti usati. Per loro era naturalmente più facile reperire i tickets che avrebbero dovuto finire al macero per rivenderli. Ai dipendenti, trattandosi di incaricati di pubblico ufficio, era stato contestato il grave reato di peculato.

È la prima volta, invece, che i militari dell’Arma intervengono per bloccare una truffa messa in atto da persone estranee all’azienda dei trasporti. Che facevano i quattro indagati?

Sostanzialmente si muovevano in due direzioni: recuperavano, sempre nei pressi degli imbarcaderi dei vaporetti e dei motoscafi, biglietti già utilizzati, e li rivendevano a coloro che arrivavano per salire sui mezzi, naturalmente prima che si mettessero in coda davanti alla biglietteria o a quella automatica. Il secondo sistema era poco più complesso, acquistavano numerosi biglietti con la carta Venezia (il costo se ne acquisti uno è di 1,50 euro, mentre se sono dieci il costo è di 1,40 euro).

Quindi, si piazzavano nei pressi degli imbarcaderi maggiormente frequentati dai turisti, possibilmente lontani però dalle zone dove si concentra il personale dell’Actv in modo da non essere scoperti. Infine, vendevano ai passeggeri che si avvicinavano alle biglietterie i tickets acquistati da loro a 7,50 euro, cioè al prezzo dovuto da chi non possiede la carta Venezia. Il guadagno per ogni biglietto piazzato, quindi era di almeno sei euro. Sarebbero state decine coloro che li hanno acquistati. E naturalmente ad essere danneggiata sarebbe stata l’azienda comunale dei trasporti che invece di incassare dai turisti i 7,50 euro, ne avrebbe incassato sei in meno. In alcune occasioni, i quattro erano stati avvicinati e allontanati, ma hanno continuato nella loro opera, così sono scattati i provvedimenti.

Giorgio Cecchetti

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