Rivendeva il gasolio sloveno, denunciata

Marghera: titolare di una ditta di imballaggi aveva piazzato una pompa nel piazzale e smerciava 8 mila litri alla settimana
Di Carlo Mion

MARGHERA. È stata denunciata perché rivendeva il gasolio che i suoi camionisti acquistavano a prezzo ribassato in Slovenia.

La donna, una 50enne di Marghera titolare di una ditta di imballaggi, trafficava con il gasolio da almeno un anno e riusciva a piazzare 8.000 litri la settimana. Stando al calcolo fatto dalla Guardia di Finanza, che l’ha smascherata, vendeva il gasolio a 1.50 euro al litro: di questa cifra, 30 cent li metteva in tasca lei.

Naturalmente senza denunciare nulla al Fisco. Ora rischia una condanna fino a sei anni.

È stata un’indagine classica fatta di appostamenti, pedinamenti, controlli su strada ed attività informativa quella della Guardia di Finanza.

Attraverso queste indagini i finanzieri del I Gruppo di Venezia hanno individuato i responsabili della maxi evasione compiuta ai danni dell’erario in materia di Iva e accise.

L’imposizione tributaria vigente sui prodotti petroliferi incide in materia significativa sul prezzo del carburante per autotrazione. E questo deve aver spinto una grossa azienda di Marghera che opera nel settore degli imballaggi ad inserirsi nel business illecito della vendita in “nero” di gasolio.

Il meccanismo studiato e utilizzato era semplice: autotreni della società impiegati per consegne nella vicina ex Jugoslavia prima di rientrare on Italia, procedevano ad effettuare rifornimenti dei serbatoi dei camion oltre ad ulteriori cisterne predisposte appositamente sul camion. Dei veri e propri serbatoi supplettivi.

Una volta arrivati a Marghera, il carburante contenuto in queste cisterne veniva svuotato e versato in un deposito realizzato nella sede dell’azienda di imballaggi. Il gasolio veniva rivenduto a prezzi davvero concorrenziali, circa 1.50 euro al litro. È evidente il notevole risparmio da parte degli acquirenti, che si approvvigionavano del carburante attraverso una pompa di distribuzione accessibile dal piazzale. A destare inizialmente l’attenzione delle Fiamme Gialle il sospetto andirivieni di auto private notato nello stabilimento della società. Un successivo controllo sui camion e le dichiarazioni di alcuni testimoni hanno permesso di accertare il traffico illegale di gasolio. Alla fine è stata denunciata la donna, rappresentante legale della società, per i reati di contrabbando e sottrazione fraudolenta all'accertamento o al pagamento dell'accisa sugli oli minerali. I camionisti hanno raccontato ai finanzieri di essere convinti che il gasolio che acquistavano in più fosse destinato ai mezzi della ditta. La pompa di distribuzione e la cisterna, contenente circa 8,000 litri di gasolio per autotrazione, sono stati sottoposti a sequestro e, quindi, il fiorente commercio, la cui esistenza era stata fatta conoscere con attenzione ad un gruppo di clienti piuttosto numeroso, ma circoscritto, per non destare troppi sospetti, è cessato. Sono state anche fatte delle multe come previste dalla legge, per aver realizzato un deposito di materia infiammabile senza le prescritte autorizzazioni delle autorità competenti.

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