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Chioggia. Il corpo di Cesare Salvagno, 46 anni, scoperto ieri dai vigili del fuoco Disabile dopo un incidente stradale, è finito in acqua forse per un malore

CHIOGGIA. La carretta abbandonerà il porto di Chioggia. Dopo 34 anni, e dopo proteste, petizioni, appelli e mobilitazioni dal basso, il relitto della nave Notios Hellas verrà demolito ripristinando il decoro della laguna e della città. I lavori sono partiti da pochi giorni e dovranno concludersi, come prevede la gara di appalto, entro sei mesi. Gli accorgimenti per la navigazione e per garantire la massima sicurezza degli operai al lavoro sono disciplinati da un’ordinanza, la numero 2 del 2017, della Capitaneria di porto. I lavori saranno eseguiti dalla ditta Co.Fer.Met che si è aggiudicata l’appalto da quasi un milione di euro, stanziato due anni fa dal Ministero dell’Ambiente per eliminare il relitto divenuto negli anni il simbolo del degrado.

La nave finì nelle secche del porto nel 1983 e da lì più si mosse perché l’armatore russo non pagò le tasse per sdoganare la merce abbandonando di fatto il carico, ma anche il personale di bordo. Dell’equipaggio si occupò il Comune per il tempo necessario a riorganizzare il rimpatrio. La demolizione verrà eseguita utilizzando due pontoni modulari e un rimorchiatore. I pezzi verranno trasportati dall’area di cantiere alla banchina “Schiavuta” dello scalo portuale di Isola Saloni, una condotta sommersa si occuperà invece delle acque refluee. I mezzi che transiteranno in quel tratto di canal Lombardo Esterno dovranno limitare al minimo le velocità per evitare di creare moto ondoso e rispettare le distanze di sicurezza. Durante le operazioni è vietato navigare tra l’area di cantiere e il campo briccole “Perognola”, solitamente utilizzato per l’ormeggio di chiatte e galleggianti.

Per l’inizio dell’estate la presenza ingombrante e indecorosa dalla carretta dovrebbe essere solo un ricordo. L’inizio dei lavori, a due anni e mezzo dalla pubblicazione del bando, è l’epilogo di una battaglia lunga e faticosa che ha visto una mobilitazione della città. Caduti nel vuoto tutti gli appelli politici, un gruppo di residenti aveva avviato una petizione, che raccolse 2.331 firme, e aperto un gruppo in Facebook, “Via la carretta da Chioggia”, per accendere l’attenzione su una situazione di indecenza che si era protratta oltre ogni limite accettabile. Una mobilitazione che aveva coinvolto anche l’Ispra, impegnata nel progetto esecutivo di demolizione. «Un relitto abbandonato a un chilometro da piazza San Marco», ricordava uno dei promotori della petizione, Marino Masiero, «sarebbe sparito in tre settimane, per Chioggia ci sono voluti più di 30 anni e continue pressioni sugli enti preposti».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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