Ritrovati due cavalli di frisia della Prima Guerra Mondiale

lido. Erano ben impiantati nel terreno, emersi dalla vegetazione selvaggia dopo i lavori di sistemazione ad un “ghebo” alle Terre Perse del Lido di inizio agosto. Sporgenti, appuntiti e arrugginiti, all’apparenza sembravano due ferrivecchi abbandonati. In realtà, si tratta di cavalli di frisia a coda di porco, attrezzi militari realizzati durante la Grande Guerra e con ogni probabilità riutilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale. E da lì mai più rimossi. È di ieri la scoperta da parte di Marco Zanetti e Mauro Artioli del Comitato ambientalista Altro Lido dei due pali in ferro impiantati a pochi passi dalla fermata bus di via Parri, in via Sandro Gallo. L’area è stata interessata a inizio luglio da un intervento di pulizia dei rovi di un terreno incolto sul lato est del Murazzo e dalla ricostruzione di una vecchia chiavica. Domenica mattina, i due rappresentanti del Caal si sono imbattuti in questi due “pali a coda di porco”. Servivano come sostegno per il filo spinato e venivano disposti in fasce attorno alla trincea ed all’interno del fossato. Dei due trovati al Lido, uno è già stato rimosso ed è pronto ad essere consegnato all’associazione storica Cime e Trincee. «La zona del ritrovamento» spiega Daniele Girardini, il presidente, «fa pensare a un riutilizzo durante la seconda guerra mondiale». Il cavallo di frisia delle Terre Perse sarà prima ripulito e poi esposto nella mostra permanente sui reperti storici della prima guerra mondiale realizzata dalla stessa associazione veneziana (a maggio prossimo la riapertura). Andrà così ad aggiungersi al migliaio di pezzi già custoditi. Peccato però che l’intera esposizione dal Lido ha ormai traslocato nel Forte Carpenedo. Già perché se dal 2010 l’associazione Cime e Trincee l’ha sempre realizzata all’interno del tiro a segno di San Nicolò, dal 2018 un cedimento alla scala interna dell’antica struttura ha bloccato l’accesso al primo piano. E così, in attesa di sponsor, la situazione è ancora invariata. «Abbiamo bussato a tutte le porte» chiude, «ma non c’è stato verso. L’unica è stata traslocare in terraferma, anche se è un vero peccato». —
E.P.
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