Ritocchi non stop “scartate” le vetrine del nuovo Fondaco
Di giorno, ma anche di notte, in Canal Grande, nel rio del l’Ogio, da campo San Bartolomeo, dalle calli, sui carretti, in barca e a braccia, il T Fondaco sta accogliendo casse su casse di merce in vista dell’apertura della settimana prossima. Gli ultimi arredi, le corsie, le piante, ma anche centinaia di scatoloni con le nuove collezioni di abbigliamento, con i profumi, il make up, le valigie, le borse, le borsette e le borsine stanno trovando il proprio posto sui 6.800 mila metri quadrati di superficie di quello che sarà il nuovo polo dello shopping di lusso firmato Dfs.
La distribuzione degli spazi, costata mesi di delicate trattative perché l’affaccio sul Canal Grande era naturalmente il più ambito, vedrà vetrina dopo vetrina, specchio dopo specchio, bancone dopo bancone, i grandi marchi italiani (e qualche straniero) tra i marmi lucidi dell’ex palazzo delle Poste che conterà sessanta negozi e sei monomarca, tra cui sono attesi Gucci, Armani Jeans, Bottega Veneta, Zegna, Fendi.
Gli ultimi operai (nei mesi scorsi ne lavoravano anche 160 contemporaneamente) stanno portando dentro gli arredi disegnati dall'architetto britannico Jamie Fobert - che in materia di store sfarzosi è un’autorità - che dovranno incastonarsi tra le 450 finestre, i pavimenti alla palladiana, la scala mobile rossa, i quattro ascensori, i soffitti di legno dipinto e i masegni delle arcate a piano terra restaurati e rimessi al proprio posto uno per uno.
Arrivano anche le casse - da maneggiare con guanti di velluto - che contengono l’installazione di Fabrizio Plessi con la quale il Fondaco si presenterà alla città e al mondo. Sessanta schermi sospesi dal soffitto dell’edificio, nel padiglione all’ultimo piano destinato ad attività culturali, riprodurranno mosaici sommersi dall’acqua e accompagneranno con un dolce mormorio la due giorni di inaugurazioni: mercoledì 28 per la stampa e giovedì 29, dalle 19.30 in poi, dress code cocktail, all’opening su invito.
Mille i cartoncini dal sapore bucolico con la sagoma del Fondaco, quella del ponte di Rialto e due gondole che remano placidamente in Canal Grande, già arrivati a destinazione. Per gli esclusi, lo store aprirà l’indomani; dunque è solo questione di tempo anche se qualcosa già filtra dalle vetrine apparse ieri anche in calle dopo lo smantellamento del cantiere.
“Coming soon”, stiamo arrivando, avverte il Fondaco che, chiuso dal 2008, riapre dopo la possente ristrutturazione voluta da Edizione - la società del Gruppo Benetton proprietaria dell'edificio - affidata allo Studio Oma dell'architetto Rem Koolhaas e alla Sacaim, e ora nelle mani del marchio Duty Free Shop controllato dal Gruppo Lvmh.
All’inaugurazione, con red carpet lì dove i veneziani andavano a imbucare la posta e ritirare i pacchi, sono previsti numeri a sorpresa e spettacoli di animazione che coinvolgeranno l’intera zona. Decine le persone impegnate nel T-day che si aggiungono alle quasi 500 assunte nei quattro piani della shopping gallery.
Abbigliamento femminile al primo piano, quello maschile al secondo, calzature, profumi e make up al terzo mentre buona parte del piano sarà terra dedicato al food: una corte di Babette con cioccolato, paste artigianali, biscottini, vini pregiati, formaggi, torroni, capperi e aceti balsamici che costano il doppio dello champagne.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia