Ritiro delle raccomandate, ora cambia tutto

Poste: «Consegne in tutti gli uffici». Basta code in via Torino a Mestre. Ma i sindacati protestano
le Poste di via Torino, Mestre
le Poste di via Torino, Mestre
Consegna raccomandate, si cambia. E si ritorna al vecchio sistema. Da questa settimana, è possibile ritirare nell’ufficio postale più vicino le raccomandate e i pacchi non consegnati. Sull’avviso di giacenza sono riportate le informazioni sull’ufficio postale in cui recarsi per ritirare la raccomandata o il pacco e l’orario di apertura al pubblico. Una novità decisamente attesa a Mestre dove molti cittadini da anni erano costretti a ritirare pacchi e raccomandate non nell’ufficio postale vicino casa ma in quello di via Torino, con tutti i disagi relativi al raggiungere la zona con i mezzi pubblici, in mancanza di auto private. Ora la novità, confermata ieri da Poste Italiane, sancisce il ritorno al passato. E, spiegano da Poste, il cambiamento avviene d’estate quando c’è meno lavoro e di conseguenza la novità può essere affrontata più tranquillamente. «Con questa nuova soluzione adottata dall’azienda i cittadini avranno la possibilità di ridurre al minimo il tragitto da compiere per raggiungere l’ufficio postale adibito al servizio, risparmiando tempo e semplificando le operazioni», spiega l’azienda. «Tutti gli sportelli dell’ufficio postale sono abilitati a consegnare al destinatario la posta a firma o i pacchi in giacenza, che si potranno ritirare dalla data riportata nell’avviso lasciato dal portalettere nella cassetta postale di casa». La novità riguarda ovviamente i 27 uffici postali della città (tra Mestre, Marghera, centro storico, e frazioni) ma anche la provincia e nelle zone dove il postino passa a giorni alterni, la consegna all’ufficio postale sarà ogni 48 ore.


Ma i sindacati delle Poste sono sul piede di guerra: «Si tratta di un progetto concepito e gestito in maniera unilaterale da parte dell’azienda», dice Marco Penzo, segretario Slp Cisl Veneto. «Una scelta che introdurrà ulteriori elementi di criticità per la normale attività degli uffici postali. Il trasferimento degli oggetti inesitati e relativa consegna sulla rete degli uffici postali risulta priva di sufficienti elementi strutturali in grado di conferire efficienza al servizio da rendere alla clientela postale». Prima carenza, denuncia Penzo, il personale fortemente ridotto negli uffici postali grandi e piccoli del Veneziano e il sindacato minaccia proteste. «La mancanza di spazi adeguati negli uffici, la mancanza di formazione adeguata per il personale coinvolto; la mancata quantificazione della nuova operatività, unitamente alla non contestuale riparametrazione della forza lavoro, comporteranno caos organizzativo, allungamento dei tempi di stazionamento negli uffici da parte della clientela nella fase di ritiro. In Veneto negli uffici postali soffriamo da diversi anni di una carenza d’organico ormai diventata insostenibile, le code negli uffici postali testimoniano il degrado che si sta consumando nella nostra Regione», conclude Penzo.
(m.ch.)




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