Rissa tra moglie e amante davanti al carcere
di Davide Massaro
DOLO. Era accusata dall’amante del marito di rapina, lesioni e minacce ma nell’udienza preliminare il giudice del tribunale di Padova l’ha assolta con rito abbreviato perché il fatto non sussiste. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare (gup) Cristina Gavaggion che ha respinto le accuse del pubblico ministero Federica Baccaglini accogliendo invece le istanze dell’avvocato difensore Pascale de Falco.
Michelina Crovi, il 15 settembre del 2010 si stava recando a trovare il marito detenuto per rapina nel carcere “Due Palazzi” di Padova. All’ingresso del penitenziario la donna, 48 anni di Dolo, si imbatte nell’amante del marito, Sara Zandian, 30 anni. Le due si conoscono e sanno quali tipi di rapporti intercorrono con il detenuto.
Comincia così un acceso scambio di vedute dove l’amante vuole fare valere i suoi “diritti amorosi” nei confronti della moglie dell’uomo in quanto quest’ultimo le avrebbe scritto una lettera d’amore, dove viene espresso il desiderio di passare, una volta uscito di galera, la vita insieme a lei e di lasciare definitivamente la moglie.
La Crovi però non ci sta e, sicura delle sue ragioni, esprime tutte le sue perplessità sulla veridicità del rapporto che intercorre tra i due. Gli animi delle due donne si scaldano più di una notte d’amore e, inevitabilmente, dalle parole si fa presto passare ai fatti.
Tra le due donne nasce una colluttazione fatta di spintoni e strattonate. Michelina Crovi, una volta che gli animi si sono calmati, si allontana e se ne torna a casa lasciando all’amante il compito di portare conforto all’uomo che si trova dietro le sbarre.
Ma a quel punto è l’amante, rimasta sul campo trionfante, che si accorge che la sua borsa, caduta a terra durante la colluttazione con la rivale in amore, è sparita. All’interno del borsello ci sarebbero stati 160 euro, la carta di identità, il bancomat e la famosa lettera d’amore che declama il sentimento del detenuto.
L’amante a quel punto decide di denunciare la donna rivale per rapina, lesioni e anche minacce in quanto durante lo scambio di vedute la Crovi avrebbe intimidito la Zandian di lasciare perdere suo marito altrimenti gliela avrebbe fatta pagare molto cara.
Di qui la querela, le indagini, i capi d’imputazione formulati dalla procura e la richiesta di rinvio a giudizio.
Ma per il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Padova c’è stata la piena assoluzione dell’imputata con la formula più ampia, in quanto il fatto non sussiste.
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