«Rispettata la volontà di Ottolenghi»
VENEZIA. Sì, la Fondazione Querini ha venduto 6.500 libri del lascito Ottolenghi. Il presidente Marino Cortese conferma. Dopo la lettera aperta della nipote Elisabetta inviata al Presidente della Fondazione e all’esecutore testamentario, Cortese e Busetto rispondono con due distinte lettere.
Cortese ricorda che negli atti a suo tempo sottoscritti da Elisabetta Ottolenghi «sono contenute dichiarazioni ampiamente liberatorie tra le parti e nei confronti dell’esecutore testamentario». Quanto alla biblioteca di Eugenio Ottolenghi, «i volumi sono stati selezionati dai nostri bibliotecari con un paziente lavoro e verranno, una volta catalogati, progressivamente inseriti nelle nostre collezioni. Si tratta di circa 3.500 volumi, mentre il resto, circa 6.500, sono stati alienati perché si trattava di opere che risultano già in possesso della biblioteca, oppure non erano di alcun nostro interesse. Di questa procedura, corrente in ogni operazione del genere, da parte nostra come d’ogni altra biblioteca, era già stato puntualmente informato il dottor Ottolenghi».
Cortese si rivolge ancora a Elisabetta. «Per ciò che riguarda il futuro Lei immagina che la Fondazione faccia strame delle carte e della corrispondenza privata di Eugenio Ottolenghi. Non so per quale malevolenza nei nostri confronti Lei abbia ritenuto di esternare questa ipotesi, in ogni caso Le lascio questa convinzione, mentre apprendo con sollievo dai nostri uffici che Lei dal 2011 non ha più rinnovato l’adesione agli “Amici della Querini. In conclusione mi spiace moltissimo che, a distanza di anni, abbia ritenuto di offendere la nostra Fondazione, ma soprattutto di aver coinvolto il nome degli Ottolenghi, alla cui memoria noi abbiamo dedicato il Bosco di Mestre e due delle sale della nostra biblioteca, riconoscenti per ciò che hanno fatto nella loro vita e per ciò che tutt’ora rappresentano per la nostra città e per la Querini Stampalia. Proprio per preservare tale memoria ho sempre cercato di sopportare discretamente i faticosi e fastidiosi rapporti che ho dovuto tenere con Lei ma, purtroppo, ciò è stato vano».
L’esecutore testamentario Giorgio Busetto respinge le accuse a lui mosse. «Secondo le volontà scritte da Eugenio Ottolenghi ho fatto consegna alla Fondazione Querini Stampalia di due appartamenti, degli arredi non asportati e dei libri ivi contenuti, in data 19 luglio 2012. Dopo la consegna alla Fondazione, libri compresi, ed inviato il resoconto del mio operato a tutti gli eredi non ho avuto parte alcuna nelle scelte effettuate. Successivamente mi sono limitato a partecipare ad alcuni incontri dedicati sia alle modalità di presentazione della decisione di intitolare allo zio Eugenio una sala della Biblioteca, generosamente adornata da tuo fratello Alberto con dono di un suo storico ritratto, del periodo dell’esilio ginevrino, sia a ipotesi di studio che lo concernessero e alla cui definizione stiamo lavorando. Mi sono ora informato e ho conosciuto i criteri biblioteconomici seguiti per la selezione di varie migliaia di volumi che sono stati trasferiti nei depositi per poter essere catalogati e posti a scaffale. Ebbene, lo zio Eugenio era consapevole che la sua biblioteca non sarebbe passata integralmente in quella della Querini Stampalia: gli sarebbe piaciuto, certo, ma sapeva che duplicati e quant’altro non coerente coi fondi queriniani sarebbe stato alienato o disperso. Egli ebbe a parlarne più volte con me e con altri. L’unico vincolo era che tali beni andassero a vantaggio della Fondazione».
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