«Risorse da usare meglio No al sindaco sceriffo»

Ricetta del candidato sindaco Molina sulla sicurezza: «Serve un’amministrazione che garantisca servizi e interventi 24 ore su 24, le leggi siano rispettate da tutti»
Jacopo Molina incontra la cittadinanza per un dialogo sulla sicurezza presso il centro civico di via Sernaglia con la partecipazione di alcuni sindacati di Polizia - nella foto Molina
Jacopo Molina incontra la cittadinanza per un dialogo sulla sicurezza presso il centro civico di via Sernaglia con la partecipazione di alcuni sindacati di Polizia - nella foto Molina

«Un’amministrazione che garantisce servizi e interventi h24, maggiore utilizzo dei poteri del sindaco, ma no ad un sindaco sceriffo. Collaborazione con i cittadini e comitati ma non serve andare in giro incappucciati. Le risorse ci sono ma vanno usate meglio. Il tema della sicurezza percepita ha stancato, invece bisogna garantirla».

Jacopo Molina, l’unico esponente del Pd che ha scoperto le sue carte ed è pronto ad affrontare le primarie, ieri in via Sernaglia ha incontrato i cittadini della zona e i sindacati di polizia per parlare di sicurezza. Non quella percepita, appunto, ma quella vera perché «la gente di Mestre deve tornare a uscire a tutte le ore senza timori, perché chi viene nella nostra città deve rispettare le leggi e non ci devono essere scorciatoie per nessuno stranieri o italiani». E ancora: «Venezia città accogliente e intransigente. Il cittadino è il primo avamposto per la sicurezza, non deve essere lasciato solo. La prossima amministrazione deve decidere che certe procedure siano seguite da altri, non dalla polizia locale».

La situazione di Venezia preoccupa i sindacati di polizia. Francesco Lipari (Coisp), dice: «La questura di Venezia è sotto organico di 250 uomini, gli ultimi governi hanno solo tagliato risorse alla sicurezza. Ma quello che non funziona è soprattutto la legislazione. Da noi chi delinque sa di poterlo fare, tanto in carcere non ci va. I cittadini devono comprendere che devono dare la spinta ai politici per garantire strumenti adeguati alle forze dell’ordine».

E gli strumenti possono arrivare dalla razionalizzazione delle risorse. Antonio Serraino (Ugl) spiega: «In questa zona sarebbe utile un posto interforze che garantirebbe una presenza h24 di uomini impegnati sul territorio. Ci vogliono, poi, maggiore comunicazione e sinergia tra le forze dell’ordine». Su questo ha risposto la signora Giovanna Luzzi: «Quattro anni fa abbiamo chiesto il posto interforze. Mai visto. Collaborazione? Quando chiamiamo le forze dell’ordine, ci rispondono di presentare denuncia e di fornire le foto. Noi ci arrangiamo buttando via la droga quando vediamo dove la nascondono i pusher».

Sull’impegno dei cittadini Giorgio Pavan (Sap), precisa: «Non bisogna esporre i cittadini, noi siamo preposti alla sicurezza. Bene la collaborazione, ma non bisogna andare oltre. C’è bisogno di razionalizzazione, 7 forze di polizia in Italia sono troppe. Molti dei servizi possono essere comuni».

Per Diego Brentani (Siulp) «per troppo tempo, politica e amministrazioni si sono distratte, anche a Mestre. Se certe situazioni sono degenerate e sono diventate solo un problema di ordine pubblico è anche colpa di chi ha amministrato. C’è la necessità di una riforma delle forze di polizia che sono sul territorio come 50 anni fa. Non c’è bisogno di caserme ma di pattuglie: così si fa prevenzione».

Carlo Mion

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