Rischio causa per il ponte di Boscochiaro

Cavarzere. Il sindaco Tommasi: «Accantonati 400 mila euro per la controversia con la Ici Coop»

CAVARZERE. «Non ci sono cause in corso ma con più di 400mila euro di riserve nel registro di contabilità, dobbiamo mettere in conto che una controversia possa saltar fuori».

Il sindaco, Henri Tommasi, spiega così l’atteggiamento del Comune nei confronti della Ici Coop, la società che aveva vinto l’appalto per il ponte di Boscochiaro e che il Comune stesso ha “licenziato” per «gravi ritardi e inadempienze contrattuali».

Dunque il rischio di una causa c’è e, nell’eventualità, l’amministrazione comunale si è anche attrezzata per farvi fronte. «Pur ritenendo di aver subito dei danni dal comportamento della Ici Coop, non saremo noi a intentare una causa», dice Tommasi. E il motivo, cioè l’incertezza di una simile iniziativa, è abbastanza evidente. In ogni caso il Comune ha già dato mandato a un legale, l’avvocato Massimo Carlin di Portogruaro, di provvedere al «completamento dell’iter di rescissione del contratto», frase che prefigura anche i possibili futuri sviluppi legali.

In ogni caso, «se la Ici Coop farà causa, siamo pronti ad agire con una riconvenzionale (in sostanza una contro-richiesta danni, ndr)» aggiunge il sindaco. Ulteriore tassello in questa possibile controversia è l’accordo raggiunto con la Zara Metalmecanica, la seconda ditta in graduatoria che completerà i lavori iniziati dalla Ici Coop. «La Zara ha accettato il prezzo già offerto dalla Ici, quindi non ci saranno ulteriori costi per l’appalto, a parte gli oneri per la sicurezza che devono essere spesi anche per il nuovo cantiere. Ma la Zara si è anche impegnata, dopo aver visionato il progetto, a costruire il ponte senza presentare le contestazioni che la Ici Coop aveva prodotto: sarà la dimostrazione che il ponte si poteva realizzare come da progetto». Ma se, a dispetto di tutto, ci sarà un processo, «abbiamo accantonato» dice Tommasi «100 mila euro dei 160 mila del ribasso d’asta, proprio per far fronte a eventuali spese legali». E questo, a dirla tutta, è anche il motivo per cui non sarà possibile ripristinare la circolazione sulla strada arginale: il costo del ripristino, più quello della messa in sicurezza del secondo cantiere, si “mangerebbero” tutto il ribasso d’asta e, aggiunge Tommasi «per una riapertura della strada che durerebbe poche settimane (poi dovrebbe essere di nuovo interrotta, ndr) sarebbero soldi spesi per niente».

Diego Degan

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