Risarciti la moglie e i tre figli a quarant’anni dalla morte

Tribunale del lavoro: condannate le Ferrovie dello Stato a pagare, con gli interessi, 800 mila euro L’uomo era stato vittima del mesotelioma a 56 anni, la denuncia all’Inail era partita solo nel 2011
20091105- VELLO DI MARONE ( BRESCIA ) - DIS - FERROVIE: SCONTRO TRENO-MOTRICE A BRESCIA, FERITI NON GRAVI - Le due locomotive incastrate sul luogo dell incidente di sfondo a uno dei molleggianti dei due locomotori, schizzato via dopo l'impatto stamani 5 novembre 2009 a Vello di Marone, in provincia di Brescia. L'incidente e' avvenuto lungo la linea delle Ferrovie Nord che collega Brescia alla Valle Camonica poco dopo le 7,30. Sulla base dei primi accertamenti del 118, non ci sarebbero feriti gravi. Sarebbero pero' diverse le persone rimaste contuse. ANSA / FILIPPO VENEZIA / DBA
20091105- VELLO DI MARONE ( BRESCIA ) - DIS - FERROVIE: SCONTRO TRENO-MOTRICE A BRESCIA, FERITI NON GRAVI - Le due locomotive incastrate sul luogo dell incidente di sfondo a uno dei molleggianti dei due locomotori, schizzato via dopo l'impatto stamani 5 novembre 2009 a Vello di Marone, in provincia di Brescia. L'incidente e' avvenuto lungo la linea delle Ferrovie Nord che collega Brescia alla Valle Camonica poco dopo le 7,30. Sulla base dei primi accertamenti del 118, non ci sarebbero feriti gravi. Sarebbero pero' diverse le persone rimaste contuse. ANSA / FILIPPO VENEZIA / DBA

A quarant’anni dalla morte, una sentenza del Tribunale del lavoro condanna le Ferrovie dello Stato a risarcire i tre figli e la moglie di un ferroviere mestrino scomparso nel 1973, per mesotelioma, cancro dovuto all’inalazione di fibre d’amianto e che non lascia scampo: 165 mila euro di risarcimento, più una serie di valori per anno che - calcola l’avvocato Enrico Cornelio, che ha seguito la pratica - rivalutati di anno in anno con 4 decenni di interessi, fanno levitare la cifra a 800 mila euro

«Gli eredi vengono risarciti oggi perché le Ferrovie dello Stato si erano ben guardate dal far sapere al signor B. che il mesotelioma del quale era affetto era una malattia professionale indotta dall’esposizione a inalazioni di polvere di amianto all’interno dei locomotori utilizzati all’epoca, senza l’utilizzo di particolari precauzioni a tutela dei lavoratori», commenta l’avvocato Enrico Cornelio. «Fortuna ha voluto che il figlio del lavoratore fosse un’ex dipendente di Fincantieri e come tale, soggetto a cicli continui di controlli da parte dello Spisal. Durante uno di questi controlli, la brava dottoressa Ballarin, dirigente del servizio, gli chiese un’anamnesi familiare e, saputo che il padre era morto di mesotelioma, attivò nel 2011 la denunzia all’Inail di malattia professionale». Così, prosegue il legale, «solo nel 2011 il figlio del ferroviere ha saputo che suo padre non era morto “perché così Dio aveva voluto”, ma perché…era stato molto aiutato dalle Ferrovie dello Stato».

L’uomo era morto a 56 anni, dopo un lungo e doloroso decorso della malattia. E ora la famiglia si prepara ad un nuovo ricorso. «La Cassazione ha emesso la settimana scorsa la sentenza 1361/14, che è una sentenza clamorosa», prosegue l’avvocato Cornelio, «perché per la prima volta riconosce il diritto al risarcimento non solo agli eredi, ma anche alla persona morta per malattia professionale. Sinora il riconoscimento veniva dato al lavoratore solo in vita, per i danni biologici e patrimoniali subiti, mentre ora la Cassazione ha stabilito che il decesso è un danno in sé da risarcire anche al defunto, anche se poi i beneficiari saranno gli eredi. È una sentenza dalla portata clamorosa».

Ora il rischio - conclude il legale, che contesta comunque l’applicazione “al ribasso” delle tabelle di risarcimento da parte del Tribunale di Venezia rispetto a quello di Milano - è che la famiglia debba sobbarcarsi le spese di un ricorso in caso di Appello presentato dalle Ferrovie dello Stato.

Roberta De Rossi

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