Risarcimento dell’Usl agli eredi del morto con i fondi regionali

Chioggia. Quarantenne era deceduto all’ospedale di Adria Il legale: «Usati per la prima volta i soldi per la malasanità»
Ospedale Adria 01 01 2010
Ospedale Adria 01 01 2010

CHIOGGIA . Muore in ospedale in arresto cardiaco, l’Usl 5 risarcisce di tasca propria la famiglia. Si è chiusa pochi giorni fa, con la liquidazione di mezzo milione di euro, la causa intentata da una famiglia delle nostre zone contro l’ospedale di Adria in cui morì il 17 gennaio del 2014 un papà di 44 anni.

La causa è stata risarcita e abbandonata su proposta della difesa. Per la prima volta il risarcimento è stato pagato dall’azienda sanitaria, e non dalle assicurazioni, attingendo dal fondo regionale previsto per questi casi.

Tutto aveva avuto inizio il 27 dicembre del 2013 quando l’uomo si era rivolto al Pronto soccorso di Adria per un dolore al braccio sinistro. L’uomo, un padre di famiglia, era rimasto ricoverato fino al 31 dicembre e poi dimesso con una diagnosi di precordialgia.

Le condizioni di salute non era però migliorate nei giorni seguenti e il 17 gennaio l’uomo era ritornato in Pronto soccorso lamentando ancora un forte dolore al braccio che gli rendeva difficoltosi i movimenti e la stessa attività lavorativa.

Questa volta l’accesso del paziente al Pronto soccorso di Adria era stato registrato alle 7.12. Poco dopo il dramma.

Passa qualche minuto e l’uomo aveva già perso conoscenza: aveva avuto un arresto cardiaco.

Tutti i tentativi di rianimazione si erano rivelati purtroppo inutili e alle 8.10 i medici avevano dichiarato il decesso.

La famiglia dopo qualche mese ha deciso di approfondire le possibili cause del decesso e si è rivolta all’agenzia antiinfortunistica Patavium servizi di Sottomarina per farsi aiutare nelle procedure.

L’Usl 5 polesana ha rifiutato la trattativa extragiudiziale e la famiglia ha deciso di procedere intentando una causa. Per il supporto legale l’agenzia si è rivolta allo studio associato Luca Lavezzo e Diego Macina di Padova.

«Abbiamo acquisito tutta la documentazione sanitaria», spiega l’avvocato Lavezzo, «e poi abbiamo richiesto una perizia medico legale. Nella relazione del nostro perito abbiamo riscontrato le basi per ipotizzare una responsabilità ospedaliera nella morte del marito della nostra cliente e, fallito il tentativo di negoziazione assistita, si è deciso di intentare una causa al Tribunale di Rovigo contro l’ospedale. La citazione è stata depositata il 28 aprile 2016. Da quel momento non abbiamo più avuto contatti con l’azienda sanitaria, ma ci siamo relazionati direttamente con il legale che ha difeso l’ospedale di Adria».

Nel corso di un anno e mezzo le parti hanno prodotto le perizie, ma prima di arrivare al processo la difesa ha chiesto che la causa fosse risarcitae abbandonata.

«L’accordo si è chiuso qualche settimana fa», spiega il legale, «e la famiglia è già stata liquidata. La particolarità è che per la prima volta nel Veneto il risarcimento non è stato pagato con fondi assicurativi, ma direttamente dall’ospedale attingendo dai fondi regionali previsti per i casi di malasanità». Nell’accordo transattivo l’ospedale non parla mai di errore medico o di responsabilità dei sanitari nel decesso del paziente.

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