Risarcimento “bluff”, 18enne fa ricorso e vince

Spinea. La compagnia di assicurazione aveva offerta 180 euro, è stata costretta a pagarne seimila

SPINEA. Risarcimento “bluff” dopo il tamponamento, diciottenne di Spinea fa causa alla Vittoria Assicurazioni e il giudice di pace di Venezia le dà ragione: il risarcimento lievita da 180 a 6.000 euro.

L’incidente risale al 15 aprile 2012 all’incrocio tra via Roma e via Mion a Spinea. La ragazza, E.M. le sue iniziali, viaggiava come passeggera sul sedile posteriore dell’auto guidata dal padre che era stata centrata da una Ford Galaxy. Compilata la constatazione amichevole, la diciottenne si era presentata al pronto soccorso di Mirano per un colpo di frusta. Ne era seguito un periodo di cure e la domanda di risarcimento danni inoltrata alla Vittoria Assicurazioni, compagnia con cui era assicurato il padre della ragazza. Ma nel corso delle trattative stragiudiziali, l’assicurazione aveva riconosciuto alla giovane solo 180 euro di risarcimento. Vittoria Assicurazioni aveva sostenuto che l’urto fosse stato troppo lieve (nonostante i 4.000 euro di danni riportati dalla macchina e regolarmente liquidati dalla compagnia) per aver provocato le lesioni lamentate e che non potesse essere riconosciuto il risarcimento del danno biologico permanente perché non era stato accertato strumentalmente, né tantomeno del danno morale perché da intendersi compreso nel danno biologico. E.M., assistita dall’avvocato Giorgio Caldera del Foro di Venezia, ha deciso quindi di citare in giudizio Vittoria Assicurazioni. La consulenza medico-legale ha consentito al giudice di accertare che, contrariamente a quanto sostenuto dall’assicurazione, l’incidente aveva effettivamente provocato il colpo di frusta e che le lesioni, accertate clinicamente in pronto soccorso, configuravano un danno biologico permanente stimato nella misura del 2-3%. Il giudice di pace, dunque, ha dato ragione alla giovane di Spinea, assegnandole un risarcimento di 6.000 euro oltre al rimborso delle spese di consulenza e processuali. La causa in questione rappresenta, come spiega l’avvocato Caldera, un caso di scuola: a fronte del comportamento della compagnia, infatti, il giudice ha trasmesso la pronuncia all’IVASS, ovvero l’Istituto per la Vigilanza delle Assicurazioni.

«Questo strumento dovrebbe indurre le compagnie assicuratrici a gestire in maniera più corretta le pratiche di risarcimento, facendole desistere dall’opporre ingiustificati ritardi nel riconoscimento del risarcimento del danno», chiarisce il legale.

Rubina Bon

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