Risa, fischi e urla all'anteprima stampa di "Piuma"
C'è stato dissenso tra i critici in sala nei confronti del secondo film italiano in concorso durante la proiezione per la stampa. La storia di due adolescenti alle prese con una gravidanza inattesa. Il regista: "Volevo esorcizzare la paura di aver figli, invitando la gente a restare leggera" SPECIALE Mostra del cinema: film, star, news e videocritiche

VENEZIA. Dopo il silenzio di “Spira mirabilis”, il primo film italiano in concorso, il secondo “Piuma” dell’italianissimo Roan Johnson, crea il tumulto in sala durante l'anteprima per la stampa. Reazioni contrastanti con dissensi - c'è anche chi ha gridato vergogna - e qualche tiepido applauso, ma dopo molte risate a scena a aperta. Il film era stato definito dal direttore della mostra Alberto Barbera come un'ottima commedia in conferenza stampa a Roma, in occasione della presentazione del cartellone di Venezia 73.
Protagonisti due giovani diciottenni Cate (Blu Yoshimi) e Ferro (Luigi Fedele) alle prese con una gravidanza inattesa e per la quale non sono affatto preparati. In realtà le meno preparate sembrano essere la famiglie dei due adolescenti. “Piuma” è l’esortazione che arriva dal film a restare leggeri. Johnson (madre della Basilicata e papà inglese, nato a Londra ma sempre vissuto in Italia) aveva spiegato di aver scritto e diretto il film «Per esorcizzare una grande paura: fare un figlio.La chiave è stata trovare una storia come quella di due ragazzi, così siamo riusciti a prendere le giuste distanze, rendendo drammaturgico il conflitto che volevamo raccontare».
Le reazioni contrastanti e anche i fischi alla fine della prima proiezione stampa di Piuma colpiscono il regista Roan Johnson fino ad un certo punto.
«Abbiamo fatto una commedia che amiamo molto, lo ritengo il mio film più maturo e riuscito. Se qualcuno lo contesta, pazienza, sappiamo che ci sono state anche risate durante la proiezione. Abbiamo cercato - dice il regista (I primi della lista, Fin qui tutto bene) - di raccontare una storia con un ventaglio di emozioni il più ampio possibile, le speranze e lo scoramento di questi tempi, e siamo convinti del risultato. Trovo che essere in concorso sia, da parte del Festival, un bell'attestato di fiducia in un momento secondo me molto buono per il cinema italiano».
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