Ripascimento lungo il litorale stop al concessionario unico
JESOLO. Sarà la Regione adesso a gestire direttamente gli interventi sul litorale per il ripascimento e la manutenzione della spiaggia. Con il proprio personale, i geni civili, o attraverso gare a evidenza pubblica che affidino i lavori in perfetta trasparenza.
Dopo scandali e inchieste, la nuova legge approvata dal Consiglio regionale rivoluziona il sistema vigente dal 1995 secondo il quale i lavori di salvaguardia della laguna vengono affidati dalla Regione al Magistrato alle Acque che li gestisce attraverso il concessionario unico, Consorzio Venezia Nuova. Cambia completamente il procedimento per i lavori e le competenze.
«È una legge», ha spiegato Moreno Teso (Forza Italia), relatore del provvedimento, «che intende ripristinare la legalità, dopo quanto emerso con l’inchiesta giudiziaria sul Mose e sui lavori pubblici in laguna. Consente di rivedere un metodo, che è il metodo Consorzio Venezia Nuova, sulla distribuzione delle risorse. Come Regione abbiamo dato in vent’anni centinaia di milioni di euro al Consorzio per la sistemazione degli arenili, da Jesolo a Chioggia, e la “cricca degli appalti” li ha utilizzati come li ha utilizzati. È giunto il momento di dire basta alla logica del concessionario unico. Da oggi, con i soldi della Regione si potranno fare solo appalti trasparenti».
Pietrangelo Pettenò (Fsv) ha proposto che i soldi pagati per il patteggiamento dagli esponenti del Consorzio Venezia Nuova e del Magistrato alle Acque a seguito dell’inchiesta sui lavori del Mose siano investiti nei lavori di gestione e ripascimento dei litorali. «È giunto il momento di interrompere l’affidamento delle opere pubbliche al concessionario unico, una delle anomalie istituzionali del nostro Paese, coperte sia da destra che da sinistra», aggiunge, «perché questo sistema non ha garantito né il presto né il bene nell’esecuzione delle opere».
Sui rifiuti spiaggiati non ci sono novità. «Peccato che l’aula, per superficialità e distrazione, non abbia accolto l’emendamento presentato da Stefano Fracasso che inseriva in questa legge anche gli affidamenti milionari per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti che il maltempo accumula sulle spiagge venete», ha chiosato Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd, «spero che si potrà recuperare il principio nel piano regionale rifiuti, di prossima discussione. Questa legge, tuttavia, non basterà per garantire il rispetto della legalità, perché non basta togliere gli appalti al concessionario unico, per bloccare malaffare e corruzione».
Carlo Alberto Tesserin è preoccupato per i tempi dei lavori di ripascimento, siamo di fronte a una “svolta storica”, frutto dell’inchiesta sul Mose, secondo Diego Bottacin (gruppo misto), che ha sollecitato l’aula a introdurre analoghe norme di trasparenza e di libera concorrenza anche in altri settori nei quali la Regione impegna consistenti risorse pubbliche.
«Il Consorzio Venezia Nuova», ha ricordato Nereo Laroni dell’Ncd, «nacque per tutelare l’imprenditoria locale inventando un meccanismo che ha consentito a una fetta importante dell’economia veneta di non scomparire. Non vorrei fossero i lavoratori a pagare una situazione di malaffare che non li riguarda».
Francesco Piccolo invita a distinguere tra la struttura del Consorzio e l’operato dei suoi vertici, resisi responsabili di corruttele e malaffare. Voto favorevole al provvedimento è stato espresso anche da Piergiorgio Cortelazzo (Forza Italia per il Veneto) che ha voluto scindere le responsabilità del Consorzio Venezia Nuova da quelle della Regione.
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